Sanità digitale: Schillaci stringe i tempi sul Fascicolo elettronico
Il ministro annuncia una "riunione operativa" per mercoledìcon il collega Fitto e il sottosegretario Butti. Ma è in frenata l'utilizzo del Fse da parte degli italiani secondo i dati del Polimi

Il Governo cerca di stringere i tempi sulla digitalizzazione dei servizi sanitari. In particolare, a proposito del Fascicolo sanitario elettronico il ministro della Salute, Orazio Schillaci, spiega che si tratta di un obiettivo “sul quale puntiamo molto” e aggiunge che mercoledì prossimo è prevista “una riunione operativa con il ministro Fitto e il sottosegretario Butti” per “cercare di arrivare alla conclusione del Fascicolo sanitario”.
Le nuove tecnologie, si sa, possono aiutare a rendere le prestazioni più efficienti, ottimizzando l’utilizzo delle risorse e semplificando la vita ai cittadini. Non a caso, anche il Pnrr sommette parecchio sull’Ict nella salute, stanziando 2,8 miliardi di euro. Nel frattempo, però, sono i dati dell’Osservatorio Sanità digitale della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con Fiaso, presentati oggi durante il convegno “Sanità digitale: vietato fermarsi!”, a suonare un campanello d’allarme proprio sul Fse: nel 2023 è stato utilizzato almeno una volta soltanto dal 35% degli italiani contro il 33% l’anno scorso. In pratica, siamo in stasi.
Più in generale, il giro d’affari della sanità digitale in Italia cresce del 7% nel 2022 a 1,8 miliardi: corrono soprattutto la cybersecurity (ci investe sopra il 58% delle aziende sanitarie coinvolte nell’indagine), la cartella clinica elettronica (54%) e l’integrazione con sistemi regionali e/o nazionali (51%). Bene anche l’intelligenza artificiale, che vede sperimentazioni nel 26% delle strutture. Mentre i sistemi di integrazione ospedale-territorio riguardano il 36% del campione.
L’esecutivo, nel frattempo, ha mandato definitivamente in pensione la ricetta cartacea a favore di quella elettronica nel recente disegno di legge delega che contiene diverse misure di semplificazione in materia farmaceutica e sanitaria. Il provvedimento dovrà affrontare l’iter parlamentare e poi sarà reso efficace soltanto dai decreti attuativi. Ma intanto Andrea Bisciglia, cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr, ha chiosato: “I vantaggi sono numerosi, non solo per i pazienti che non dovranno più recarsi fisicamente negli studi medici, ma anche per i sanitari in termini di ottimizzazione dei tempi e di appropriatezza delle cure stabilite. C’è poi da evidenziare che la prescrizione trasmessa digitalmente consentirà al paziente di utilizzare la ricetta in tutta Italia, con un notevole risparmio anche in termini di carta usata”. Soddisfatto anche il presidente della Fondazione Aidr, Mauro Nicastri: “La strada indicata dal ministero della Salute” rappresenta “un’ottima opportunità per l’implementazione dei sistemi digitali in questo settore”.
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