Tumore al seno, "Anticipare lo screening a 40 anni per sconfiggerlo"
E' l'appello di Andos -Associazione nazionale donne operate al seno. Schillaci: "Nel 2020 solo il 30% delle donne ha eseguito la mammografia, nel 2021 questo valore si è riassestato al 46,3%, ma restano differenze tra Nord e Sud"

Anticipare gli screening. Per combattere il cancro al seno e potenziare la prevenzione. È l'appello che viene da Andos, l'Associazione nazionale donne operate al seno, che ha aperto oggi il Congresso nazionale in Campidoglio, a Roma. Una richiesta accolta dal ministro alla Salute Orazio Schillaci, intervenuto in apertura dei lavori.
"Tra gli obiettivi strategici, il Piano oncologico nazionale - ha spiegato - indica di aumentare l'estensione e l'adesione ai programmi rivolti alla popolazione target, in particolare con l'allargamento della fascia d'età per lo screening mammografico dai 45 anni (attualmente la maggior parte delle regioni lo applica dai 50 anni) ai 75 anni (rispetto dagli attuali 69) e una maggiore attenzione ai gruppi vulnerabili, nonché di identificare precocemente i soggetti a rischio per storia familiare".
"Sulla tematica relativa all'anticipo dell'età per lo screening mammografico, la Raccomandazione adottata a dicembre dal Consiglio dell'Unione europea sugli screening dei tumori, alla luce delle attuali evidenze raccomanda lo screening con mammografia per le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, suggerendo un limite minimo di età di 45 anni e un limite massimo di età di 74 anni. C'è dunque una riflessione in atto - ha aggiunto il titolare del dicastero di Lungotevere Ripa- che ci vede impegnati e che porteremo avanti, come ogni altra decisione, sulla base di evidenze scientifiche".
Il ministro ha inoltre ricordato i numeri del fenomeno. "Il carcinoma mammario e' il tumore piu' frequente e piu' ospedalizzato, oltreché la prima causa di morte per tumore nelle donne. Negli anni si è consolidata la tendenza a un aumento di diagnosi ma collegata a una diminuzione della mortalità' anche grazie alla diffusione della diagnosi precoce. La pandemia ha causato un rallentamento delle attività dei programmi di screening oncologici offerti in modo attivo e gratuito dal Servizio sanitario nazionale: nel 2020 solo il 30% delle donne aventi diritto aveva eseguito la mammografia ma nel 2021 questo valore si è riassestato al 46,3% seppur con differenze tra Nord e Sud". "Anche per quanto riguarda gli interventi chirurgici, c'è stato un riallineamento rispetto al 2020: nel 2021 siamo tornati a un volume complessivo di attivita' che ha superato, anche se di poco, dell'1%, quello del 2019", ha concluso.
L'anticipo degli screening è già realtà in altri Paesi. Ad esempio gli Stati Uniti, dove la task force Us preventive service americana per arginare una crescita di neoplasie, ha anticipato ai 40 anni, una fascia d'età ritenuta fino a poco tempo fa meno a rischio.
In Italia significherebbe sottoporre 3.6 milioni circa di donne ad uno screening personalizzato in base alla loro percentuale di rischio e alla densita' del loro seno. "Un progetto realizzabile, se bene organizzato, a livello nazionale - ha affermato Flori Degrassi, presidente di Andos -. Per aumentare l'adesione allo screening istituzionale (45-74 anni) va superato, garante della Privacy permettendo, l'invio delle, ormai vecchie, lettere spedite a casa".
La prima arma, infatti, rimane la prevenzione: nel 2021 meno del 50% di chi oggi dovrebbe sottoporsi alle mammografie lo fa con costanza. E nel Sud le cifre superano di poco il 20%. "Se il tumore viene diagnosticato sotto il centimetro le possibilità di sconfiggerlo superano il 90% - ha dichiarato Andrea Botticelli, professore di Oncologia medica all'università La Sapienza di Roma - ma se scoperto in fase avanzata i problemi diventano molti, con costi socio sanitari altissimi e vite umane perse. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 55mila casi di tumore del seno con oltre 12mila decessi - ha aggiunto -. È giusto anticipare, anche in Italia, l'eta' a 40 anni". La mammografia puo' fare la differenza.
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