23 Maggio 2023

Salute mentale, molti giovani alle prese con ansia e depressione

Ecco i risultati del progetto "With you" targato Unicef e Gemelli. L'iniziativa è nata per far fronte ai disagi psichici fra gli adolescenti e ne ha coinvolti 1.571, di cui 971 presi in carico

Di NS
Salute mentale, molti giovani alle prese con ansia e depressione

Il 39% dei giovani soffre di una sintomatalogia ansioso-depressiva. Non solo, ma 462 dei 971 ragazzi presi in carico hanno messo in luce una condizione di Disturbo di apprendimento (Dsa) mentre il 53% restante del campione presenta altre condizioni, tra cui disturbi del neurosviluppo, come disabilità intellettiva, disturbi della nutrizione, disturbo dello spettro dell’autismo, disturbo da deficit di attenzione/iperattività, disturbi del movimento, patologie neurologiche e/o neuro-muscolari. Sono questi alcuni dei risultati del progetto “#WITH YOU, Wellness Training For Health - La Psicologia con te”, realizzato dall’Unicef Italia, l’Unità operativa semplice (Uos) di Psicologia clinica, in accordo con la Direzione generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs per far fronte all’aumento dei disagi psichici fra gli adolescenti.

#WITH YOU è nato con l’obiettivo di promuovere un percorso di sostegno psicologico e di empowerment dedicato a pre-adolescenti e adolescenti e alle loro famiglie, particolarmente colpiti dagli effetti della pandemia da Covid-19. Durato un anno, ha coinvolto 1.571 giovani (il 46% femmine ed il 54% maschi) - di cui 971 sottoposti anche a valutazione psicodiagnostica e presi in carico e 600 coinvolti con le attività nelle scuole - e 1.942 genitori, per un totale di 3.513 beneficiari diretti e 35.130 beneficiari indiretti, attraverso percorsi di valutazione, presa in carico integrata, focus group e attività di prevenzione sulla salute mentale e il benessere psicosociale nelle scuole superiori.

Quali altre evidenze sono emerse dal progetto? Nel campione arruolato e seguito, per esempio, è stato possibile constatare che in 383 valutazioni (39%) si evidenzia un’alterazione clinicamente significativa nella scala Internalizzante, costituita dalle sottoscale ansia/depressione (30%), alienazione/depressione (23%) e sintomi psicosomatici che non hanno una base medica accertata (21%); mentre in 176 valutazioni (18%) si evidenzia un’alterazione clinicamente significativa nella scala Esternalizzante, costituita dalle sottoscale Comportamento Dirompente (9%) e Comportamento Aggressivo e iperconnessione (13%). Di questi, 149 (16%), presentano una compromissione globale più marcata e generale, con alterazione della personalità su diverse dimensioni psicologiche e psichiatriche.

Di tutti i ragazzi seguiti in alcuni casi è stato necessario per garantire un’integrazione scolastica, applicare delle misure di cautela per la scuola. Nello specifico: 459 ragazzi (47%) hanno avuto necessità di un Piano didattico personalizzato che contempla l’adozione di misure compensative e dispensative per garantire il diritto allo studio; 8 ragazzi (0,8%) hanno avuto la necessità di un Bes (Bisogni educativi speciali); 150 ragazzi (15%) hanno avuto necessità di essere affiancati da un insegnante di sostegno; 168 ragazzi (17%) hanno avuto l’indicazione di aderire a un percorso di psicoterapia.


"I risultati di questo rapporto confermano i drammatici dati che, come Unicef, abbiamo diffuso a livello internazionale: 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato; tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni sono ragazze; 86 milioni hanno fra i 15 e i 19 anni e 80 milioni hanno tra i 10 e i 14 anni. In Italia, nel 2019, si stimava che il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni, circa 956.000, soffrissero di problemi di salute mentale", ha sottolineato Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia.

I risultati del progetto da un lato sono drammatici: il 39% della popolazione presa in carico, come detto, avverte e soffre di una sintomatologia affettiva ansioso-depressiva che potrebbe sfociare in una definitiva psicopatologia, ma anche incoraggianti perché dai dati preliminari di efficacia terapeutica si evince che alcuni disordini possono cambiare traiettoria, virare verso il benessere e la promozione della salute dei nostri ragazzi, se adeguatamente riconosciuti e “accompagnati” nella loro interezza. Non a caso, come ha evidenziato Daniela Chieffo, responsabile Unità operativa Psicologia clinica Policlinico universitario A. Gemelli Irccs, "il progetto WITHYOU ha permesso di intercettare precocemente un trigger di comportamenti non necessariamente patologici ma espressione di profonda sofferenza, grazie a questo abbiamo potuto rispondere alla richiesta di aiuto dei nostri ragazzi, anche quelli più giovani”.

 

 

 

 

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