Sanità: dal Cdm nuovo ossigeno per i bilanci regionali
Il decreto del Governo consente agli enti intermedi in disavanzo di spalmarlo in dieci anni. Riaperta una finestra per i ristori ai privati sul 2021. Proroga a fine 2024 per le aziende calabresi

Nuovo ossigeno finanziario dal Governo alle Regioni e agli enti del servizio sanitario. In Consiglio dei ministri stamattina è arrivato un decreto che in primis dilaziona al 31 dicembre 2024 il termine per l’approvazione dei documenti contabili delle aziende sanitarie calabresi. In pratica, gli enti adottano, entro il 30 giugno, il bilancio 2022, ma sono autorizzati a deliberare gli esercizi pregressi entro la fine dell’anno prossimo.
In seconda battuta il decreto recupera la norma della manovra 2021 secondo cui gli enti sanitari che avevano sospeso le attività ospedaliere ordinarie per l’emergenza pandemica potevano erogare alle strutture private accreditate fino al 90% del budget per il 2021 assegnato in ragione delle intese contrattuali. Adesso chi non ha usufruito al tempo di questa facoltà può concedere un contributo una tantum nell’ambito delle risorse previste a legislazione vigente e senza gravare sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale.
Lo scopo è ristorare le strutture accreditate dei costi fissi comunque affrontati a seguito di eventuali sospensioni delle attività ordinarie nel 2021. Il contributo, da concedersi a valle di uno specifico provvedimento regionale e a seguito di rendicontazione apposita da parte delle strutture interessate, incrementato della remunerazione relativa all’attività assistenziale svolta, non può superare il 90% dell’ammontare previsto dagli accordi contrattuali siglati due anni fa.
Infine le Regioni a statuto ordinario su cui grava un disavanzo pro-capite al 31 dicembre 2021 superiore a 1.500 euro, potranno ripianare l’ammontare al 31 dicembre 2021 in quote costanti nei dieci esercizi successivi a decorrere dal 2023. La misura non include le quote di disavanzo già soggette a regimi straordinari di ripiano. Per concretizzare la misura è necessaria una delibera consiliare, sottoposta al parere del collegio dei revisori, nella quale vengano individuati i provvedimenti necessari a ripristinare il pareggio.
La deliberazione deve anche contenere l’impegno formale ad evitare la formazione di ogni ulteriore potenziale disavanzo ed è allegata al bilancio di previsione 2023-2025 o a una eventuale successiva variazione di bilancio e ai rendiconti successivi. In caso di mancata attuazione dell’impegno, viene meno il regime di ripiano pluriennale. Con periodicità almeno semestrale, recita il testo, il presidente della giunta regionale trasmette al Consiglio una relazione riguardante lo stato di attuazione del piano di rientro.
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