"Evitare la fuga di medici e infermieri con stipendi e carriere adeguati"
Per il ministro Schillaci, inoltre, "dobbiamo riprogettare il sistema sanitario mettendoci dalla parte di chi ne beneficia" e non più degli operatori

"L'Italia oggi secondo i dati Ocse conta 4 medici ogni 100mila abitanti, dato che ci porta leggermente sopra la media europea. Ma in un'ottica di sostenibilità del nostro Ssn e di capacità di programmazione non possiamo ignorare che la vera emergenza è la capacità di attrattività del nostro servizio sanitario che deve offrire ai medici e agli infermieri prospettive di carriera e incentivi economici per arrestarne la fuga". Lo ha detto il ministro Orazio Schillaci nel suo intervento all'evento promosso dalla European health management association (Ehma) in collaborazione con l'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari - facoltà di Economia dell'Università Cattolica, a Roma. Sullo stesso tema, ma più in particolare facendo riferimento alla carenza di infermieri, nei giorni scorsi il titolare di Lingotevere Ripa, intervistato da Repubblica, ha messo sul tavolo la possibilità di "accordi con Paesi extraeuropei che potrebbero metterci a disposizione professionisti già ben formati dal punto di vista sanitario e della conoscenza della nostra lingua. Penso - aveva aggiunto - ad esempio all'India".
Comunque oggi il ministro ha ricordato "i primi e importanti passi" mossi "per arginare quest'esodo, adottando misure dirette al miglioramento delle retribuzioni degli operatori sanitari, con particolare attenzione a coloro che operano nei pronto soccorso, aumentando le retribuzioni per il lavoro straordinario di medici e infermieri impegnati nei servizi di emergenza e urgenza, abolendo il vincolo di esclusività per gli infermieri e contenendo il ricorso a personale medico temporaneo (gettonisti). Un fenomeno, quest'ultimo, che non riusciremo a lasciarci del tutto alle spalle se non supereremo il blocco del turn over che negli ultimi 15 anni non ha consentito alle Regioni di assumere personale".
Secondo il ministro, "il Piano nazionale di ripresa e resilienza (parte del Next Generation EU) rappresenta un'opportunità imperdibile per il potenziamento del sistema delle cure di prossimità, attraverso la realizzazione delle Case e degli Ospedali di Comunità. Ma occorre al contempo valorizzare la risorsa del personale sanitario che è strategica per la qualità delle cure erogate e che non trova adeguato spazio nel Piano".
Schillaci poi si è soffermato sul problema dell'organico infermieristico: "L'Italia condivide con molti Paesi europei il problema della carenza di infermieri che svolgono un ruolo cruciale nel funzionamento delle strutture per l'assistenza territoriale. La buona notizia, nel nostro contesto, è che negli anni immediatamente successivi al Covid vi è stato un importante incremento di iscritti alle facoltà di Scienze infermieristiche che ci consentirà nel 2026, termine di scadenza del Pnrr, di disporre di circa 61.760 unità aggiuntive rispetto al livello attuale (stima Rapporto Agenas sul personale del Servizio sanitario nazionale-marzo 2023)".
Attenzione inoltre all'innovazione: Lla ricerca e le innovazioni tecnologiche offrono enormi opportunità ai cittadini italiani ed europei per migliorare salute e benessere.
Responsabilità dei governi nazionali e dell'intera Unione è creare le condizioni affinché queste opportunità possano essere disponibili a tutti. Questo richiama l'importanza di investire nelle competenze dei professionisti della salute, nelle loro competenze scientifiche e digitali da inserire in organizzazioni sanitarie che vanno gestite in modo sempre più efficace ed efficiente".
Ma l'iniziativa promossa dalla European health management association è stata anche l'occasione per parlare della riforma sanitaria che il ministro ha in mente perché, come ha sottolineato, "accanto alle risorse, occorre visione. E il coraggio di attuare una riforma sanitaria che vada oltre singoli interventi tampone, a partire dalla revisione dei modelli assistenziali". "La sfida che tutti i sistemi sanitari solidaristici sono chiamati ad affrontare - ha ricordato Schillaci - è quella di rispondere ai bisogni di cura di una popolazione sempre più anziana e all'aumento di incidenza di patologie croniche che necessitano di assistenza continua per garantire cure adeguate e qualità della vita, evitando di aumentare ulteriormente i costi a carico del Servizio sanitario nazionale. In quest'ottica appare prioritario ripensare i nostri modelli organizzativi e lo vogliamo fare cambiando la prospettiva dalla quale guardiamo al sistema sanitario: sino ad ora è stato pensato e costruito partendo 'dal lato dell`offerta', dal lato degli operatori. Dobbiamo ri-progettare il sistema sanitario mettendoci decisamente dalla parte di chi ne beneficia: dalla parte dei cittadini e dei pazienti".
Questo, secondo il ministro, "vuol dire riorganizzare la sanità non come un insieme di strutture per l'assistenza, ma come un insieme armonico di processi assistenziali governati da professionisti e manager preparati che abbattono gli steccati tra ospedali e territorio garantendo così la reale presa in carico dei problemi delle persone nel lungo periodo".
"Perciò - ha sottolineato Schillaci - consideriamo l'investimento del Pnrr per la realizzazione di una sanità di prossimità ben strutturata come una opportunità per tornare ad investire in prevenzione, per anni è stata considerata la Cenerentola della sanità, che rappresenta un caposaldo su cui agire se vogliamo salvaguardare il nostro servizio sanitario pubblico. Promuovere la prevenzione primaria e secondaria permette, infatti, di ridurre l'insorgenza di patologie e di evitare diagnosi tardive, abbattendo il ricorso a ricoveri e terapie che hanno costi ingenti per il Servizio sanitario nazionale. In una parola: sostenibilità".
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram