Payback dispositivi medici, l'impegno del Governo per una nuova disciplina
Il sottosegretario all'Economia Freni: "L'obiettivo è garantire ossigeno alle imprese salvaguardando i bilanci regionali". Lunedìsi vota la proposta emendativa di proroga del versamento dalle aziende agli enti intermedi

Il Governo, sollecitato dal Movimento cinque stelle con una interpellanza a firma della deputata Emma Pavanelli, torna sul tema del payback sanitario. A chiarire lo stato dell’arte e cosa bolle in pentola (una proposta emendativa di proroga che sarà votata lunedì nelle commissioni congiunte Affari costituzionali e Bilancio) è stato il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, mettendo ben in evidenza che si tratta di una norma eredita dall’attuale esecutivo e quanto sia "onerosa" per le casse dello Stato. "Questo è il primo Governo che ha stanziato concretamente oltre un miliardo di euro - anzi, quasi un miliardo e 200 milioni di euro - per contribuire in modo concreto alla soluzione del problema del payback sanitario" e quindi "al contenimento dello sforzo economico chiesto alle amministrazioni regionali e conseguentemente per alleggerire gli oneri su tutte le imprese coinvolte" nella procedura. L’obiettivo, ha dunque chiarito il membro del Governo, "è quello di garantire a tutte le imprese che operano in questo settore l'ossigeno di cui hanno bisogno, bilanciando, tuttavia, questa necessità con la salvaguardia dei bilanci regionali, il cui disavanzo sarebbe comunque a carico dello Stato".
Freni si è poi soffermato sulla proposta di proroga, spiegando che il 14 giugno scorso si è svolto al ministero dell’Economia "un tavolo all'esito del quale e in esito al quale, i relatori del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 51 del 2023 hanno depositato una proposta emendativa di carattere programmatico”" In sostanza, come spiegato dal sottosegretario, "il Governo si impegna a elaborare una nuova disciplina per la gestione dei payback dei dispositivi medici”. A tal proposito, in base alla modifica, è previsto "un tavolo di concertazione e la possibilità di modificare la disciplina vigente, di concerto con l'Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali) e d'intesa con la Conferenza-Stato regioni, le singole Regioni e i Ministeri interessati, proprio nell'ottica di garantire alle imprese quell'ossigeno di cui hanno bisogno".
Il nocciolo della proposta che, come detto, sarà messa ai voti lunedì prossimo, "prevede la proroga dal 30 giugno al 31 luglio del termine per effettuare il versamento alle regioni da parte delle aziende fornitrici".
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