"Nessuna intenzione di smantellare la sanità pubblica"
La ricetta del ministro Schillaci: digitalizzazione e medicina del territorio per un Ssn moderno. "Servono 3-4 miliardi per risolvere i problemi". E sulla carenza di infermieri ribadisce il ricorso iniziale a personale di Paesi stranieri

"Non ho nessuna intenzione di smantellare la sanità pubblica, anzi la voglio rafforzare. Ci credo fortemente, perché la sanità pubblica è stata per anni un fiore all'occhiello per la nostra nazione e deve continuare a esserlo. Soprattutto non smetterò mai di ricordare la qualità dei nostri operatori sanitari che tra mille difficoltà continuano a sacrificarsi, a lavorare, a dare il meglio". Lo ha scandito il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo al Senato al convegno per i 30 anni di Agenas, organizzato dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, dopo averlo chiarito, nero su bianco, su Repubblica. "Il governo - ha detto nell'intervista - non ha mai detto di voler privatizzare la sanità. Però molti problemi attuali sono eredità degli ultimi vent'anni: dobbiamo cambiare modello". E poi ancora: "Con 3 o 4 miliardi in più potremmo risolvere i problemi. Di questi, circa 1,5 miliardi servirebbero per il personale, che deve essere pagato meglio".
Questione sulla quela torna nel corso del suo intervento in Senato: "Il mondo è cambiato, siamo nel terzo millennio, c'è stata la pandemia. Credo che la sanità vada ripensata, riorganizzata in maniera più moderna. Poi è chiaro che ci vogliono anche le risorse che, come ripeto sempre, vanno intanto destinate a gratificare chi ha lavorato e continua a lavorare. Io poi ho sempre fatto il medico e ho sempre e solo lavorato nel servizio pubblico. Non fa parte della mia cultura pensare minimamente di smantellare il Servizio sanitario pubblico".
Qual è la bussola da seguire? Secondo il responsabile del dicastero di Lungotevere Ripa, "dobbiamo rafforzare la medicina del territorio che è quella che è mancata, lo abbiamo visto con il Covid, e dobbiamo digitalizzare la sanità. Questi sono due grandi capitoli del Pnrr, ci sono le risorse da utilizzare che sono state affidate ad Agenas. Sono sicuro che Agenas e Ministero riusciranno ad assolvere a questi importanti compiti".
"La medicina del territorio - ha aggiunto il ministro - è quello che serve per far sì che gli ospedali vengano decongestionati. É chiaro che oltre a costruire le strutture bisogna metterci il personale e su questo stiamo lavorando". Sui medici il problema non è tanto e solo quello dei numeri, "anche se certo oggi averne qualcuno in più avrebbe fatto bene ma - ha sottolineato - veniamo da una programmazione degli ultimi dieci anni degli ingressi in Medicina sbagliata sicuramente". La verità, ha detto Schillaci, "è che i medici non vogliono fare alcune specializzazioni e quindi c'è un problema motivazionale, di ridare attrattività ad alcune specializzazione dell'area medica" come l'emergenza-urgenza, il pronto soccorso ma anche altre discipline che hanno perso appeal per i giovani.
"Sugli infermieri - ha spiegato - il problema è diverso. Gli infermieri mancano in tutta Europa, mancano negli Stati Uniti, mancano in Giappone. Quindi credo che la carenza del personale va affrontata in maniera diversa. Per gli infermieri, credo che in un momento in cui bisognerà avviare a breve la medicina territoriale non potremo non rivolgerci inizialmente a qualche paese straniero che abbia una buona formazione nel campo infermieristico".
Quanto alla medicina digitale per Schillaci è "la parte più affascinante, e l'Italia in questo è all'avanguardia rispetto ad altri Paesi". Medicina digitale "vuol dire proprio cambiare il paradigma con cui guardiamo alla salute. Intanto vuol dire superare tante diseguaglianze inaccettabili che ci sono ancora tra Nord e Sud ma anche tra i picocli centri e le grandi città, vuol dire avere una salute più giusta, più disponibile per tutti, vuol dire che in poco tempo tempo ogni cittadini italiano avrà un fascicolo sanitario dove ci sono tutte le informazioni per poterlo curare nella maniera migliore. Quindi credo che mettendo insieme la medicina del territorio e la sanità digitale - ha detto ancora il ministro - riusciremo a modernizzare il nostro Ssn".
Questo, ha aggiunto, "sono convinto porterà benefici anche sugli ospedali. É chiaro che tanti si rivolgono agli ospedali, ai pronto soccorso perché non hanno altre strutture a cui rivolgersi. Quindi se potenziamo la medicina del territorio possiamo anche decongestionare gli ospedali".
Infine il tasto dolente delle liste d'attesa, problema in cima alle priorità di Schillaci, secondo il quale si può combattere "incentivando gli operatori a lavorare nel servizio sanitario nazionale, ma anche con l'appropriatezza delle prescrizioni": "Fare esami inutili non solo è dannoso ma allunga le liste d'attesa. In parte questo fenomeno è anche frutto della medicina difensiva che credo sia giusto combattere, e abbiamo iniziato un percorso con il ministro della Giustizia. Io credo che bisogna ridare serenità ai medici che lavorano", ha detto il ministro sottolineando che nel 97-98% dei casi i medici accusati di malpractice vengono completamente assolti.
"E poi - ha aggiunto - dobbiamo far sì che il privato convenzionato collabori pienamente col Ssn e quindi come ho ribadito ai presidenti delle Regioni bisogna far sì che dappertutto il privato convenzionato metta in rete la disponibilità degli esami diagnostici e degli interventi chirurgici, di tutta l'attività che viene fatta in regime convenzionato in modo tale che il cittadino abbia veramente a portata di mano quella che è l'offerta. Una volta che avremo i dati ufficiali, laddove ci sono dei ritardi inaccettabili nelle liste d'attesa, troveremo insieme delle soluzioni. Intanto dobbiamo avere il quadro vero delle prestazioni a disposizione dei cittadini".
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram