28 Giugno 2023

Oblio oncologico, ecco le norme che mettono d'accordo il Parlamento

In commissione Affari sociali via libera al testo unificato. Le due relatrici a Nursind Sanità. Boschi (Iv): "Un buon primo passo che riguarda la vita concreta delle persone". Marrocco (FI): "Colmiamo un vuoto normativo"

Di Marta Tartarini

Basta discriminazioni per chi è guarito dal cancro. Parliamo di un milione di italiani che sono usciti dal tunnel delle cure oncologiche ma che troppo spesso si trovano a dover combattere un'altra battaglia, quando devono accendere un mutuo, chiedere una assicurazione sanitaria, provare ad adottare un bambino. Dopo il lavoro sui diversi provvedimenti depositati alla Camera, arriva il primo via libera alla legge sull'oblio oncologico.
Oggi in commissione Affari sociali è stato approvato all'unanimità il testo unificato bipartisan, elaborato da Maria Elena Boschi di Italia viva e Patrizia Marrocco di Forza Italia, che fa sintesi dei suggerimenti arrivati dai diversi gruppi parlamentari. Si tratta di un articolato snello, cinque articoli in tutto, che potrebbe subire qualche piccola modifica tecnica in fase emendativa. L’iter dovrebbe essere in discesa, almeno per quanto riguarda il passaggio in Aula alla Camera già fissato per il 24 luglio.

Ma che cosa prevede il testo?
Innanzitutto, come sancisce l’articolo 2, chi è guarito da dieci anni da un tumore non sarà più costretto a dichiarare la propria patologia pregressa. Anche se sarà poi il ministero della Salute, entro tre mesi dall’approvazione della legge a stabilire (articolo 3) le patologie per cui si può prevedere una tempistica diversa dai dieci anni, ossia un limite inferiore per le forme tumorali meno gravi. Per chi invece ha avuto una diagnosi quando era minorenne il diritto all'oblio scatta dopo 5 anni.
C'è poi il capitolo che riguarda il lavoro. All'articolo 4 si legge che "ai fini dell’accesso alle procedure concorsuali, quando sia previsto l'accertamento di requisiti psico-fisici o concernenti lo stato di salute dei candidati, è fatto divieto di richiedere informazioni relative allo stato di salute degli interessati concernenti patologie oncologiche da cui essi siano stati precedentemente affetti e il cui trattamento attivo si sia concluso, senza episodi di recidiva, da più di dieci anni alla data della richiesta". Anche in questo caso il periodo è ridotto della metà nel caso in cui la patologia sia insorta prima del diciottesimo anno di età.

Il via libera in Commissione, sottolinea con Nursind Sanità la relatrice di Italia viva, è un "bellissimo risultato, è un buon primo passo che riguarda la vita concreta delle persone. Perché sia legge manca l'ok dell'Aula e poi del Senato ma quello di oggi è un passo incoraggiante". L'iter è stato facilitato anche dal sostegno arrivato dalla premier Giorgia Meloni che nei giorni scorsi ha espresso la volontà di arrivare "nel più breve tempo possibile a una norma capace di dare risposte ad un problema estremamente concreto e che incide molto sulla vita di tantissimi italiani".
Boschi ricorda che l'Italia conta una carenza legislativa importante su questo fronte: "Non abbiamo una legislazione a differenza di tanti altri Paesi come la Francia, il Belgio e il Portogallo e c'è una risoluzione europea che chiede una normativa entro il 2025, noi speriamo di approvare questa legge entro l'anno".

Sul fronte della maggioranza è Marrocco a commentare l’esito del lavoro in commissione e a Nursind Sanità dice: "Colmiamo un vuoto normativo, questa è una giusta lotta sociale per eliminare uno stigma nei confronti delle persone che hanno avuto il cancro. Scegliere di non fornire informazioni sulla propria malattia e non essere identificati con essa - sottolinea - dovrebbe essere un diritto di ogni paziente guarito da un tumore. I guariti per fortuna sono sempre di più e per loro l’aspettativa di vita è la stessa di una persona del medesimo sesso ed età nella popolazione generale”. Soddisfatto infine Ugo Cappellacci, presidente della  Affari sociali di Montecitorio: "Comincia una rivoluzione della speranza e della libertà. Alla cura del paziente sul piano della salute si aggiunge una cura giuridica, che restituisce pienezza ed effettività ai diritti di ogni persona".

 

 

Bozza Testo unico oblio oncologico

 

 

 

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