"Investire in farmaci fa bene a salute, economia e ambiente"
E' il messaggio che lancia Farmindustria riunita oggi in assemblea nazionale a Roma: "Un euro in vaccini ne fa risparmiare 54". Gli impegni del Governo con i ministro Schillaci e Urso

I farmaci fanno vivere meglio e più a lungo. Bisogna, però, continuare a investire in ricerca e sviluppo. È il messaggio lanciato da Farmindustria, riunita oggi a Roma in assemblea generale presso l’auditorium della Conciliazione. Il meeting è stato l’occasione per ricordare i numeri del settore, che da solo fa registrare il 2 per cento del Pil con 49 miliardi di euro di produzione nel 2022, di cui 47,6 miliardi di export legati prevalentemente alla produzione di vaccini da Covid, 3,3 miliardi investiti in produzione e ricerca e sviluppo.
Gli addetti nel settore sono 68.600, di cui le donne rappresentano il 44% del totale. Un’occupazione cresciuta del 9% in 5 anni, soprattutto tra i giovani (+16%) e le donne (+13 per cento). “L’Italia è ormai protagonista in Europa. Anche con l’industria farmaceutica", ha spiegato Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, aggiungendo che "con misure a favore degli investimenti, nel giro dei prossimi 5 anni si potranno centrare obiettivi altrettanto ambiziosi: contribuire all’incremento del Pil fino all’1 per cento, aumentando l’occupazione di 20mila addetti diretti e indiretti”.
Le imprese hanno inoltre sottolineato gli effetti benefici delle cure farmacologiche, anche in campo economico e ambientale. Un euro investito in vaccinazione produce benefici per 54 euro, perché ci si ammala di meno e si perdono quindi meno giornate di lavoro. Secondo l’analisi delle imprese del settore, le cure farmacologiche permettono una vita più attiva per malati o caregiver, attualmente il 25 per cento di questi ultimi riduce la propria occupazione. Secondo dati Istat, inoltre, l’industria farmaceutica è ai primi posti tra i settori manifatturieri per quota di imprese che intraprendono azioni di sostenibilità ambientale. In dieci anni le aziende farmaceutiche in Italia hanno ridotto i consumi energetici del 37 per cento.
Tra i dati esposti in assemblea, anche quelli legati alla produzione regionale italiana. Il 40% delle industrie attive nel settore farmaceutico nostrano è composto da imprese a capitale italiano, il 60% a capitale internazionale. Nel dettaglio, la prima regione biofarmaceutica in Italia è la Lombardia, con oltre 25mila occupati diretti, ai quali si aggiungono gli oltre 30mila dell’indotto. Il Lazio è, invece, la seconda regione per numero di occupati e la prima per export con 12,7 miliardi di euro, 26,6 per cento del totale. Gli addetti sono circa 12mila e oltre 14mila nell’indotto. Si trova nelle Marche, invece, la prima provincia per export. È Ascoli Piceno con il risultato record di oltre 9 miliardi. Nel mondo, invece, sono attualmente in via di sviluppo nel mondo oltre 20mila nuovi farmaci, tra i quali molti medicinali e vaccini innovativi.
"La tecnologia in campo medico avanza e non possiamo permetterci di non offrirla ai cittadini. È quindi fondamentale ammodernarci - ha dichiarato il ministro per la Salute Orazio Schillaci, intervenendo all'assemblea -. Abbiamo un tavolo di confronto con Aifa e Mef e spero che, a breve, avremo la ristrutturazione di Aifa. Ciò che a me interessa è che le medicine che arrivano, siano prontamente disponibili per tutti. Quindi una nuova governance è fondamentale. Il mondo è cambiato e dobbiamo vincere la sfida di essere al passo coi tempi. Non possiamo perdere l'innovazione".
"Il Governo è impegnato per la farmaceutica e il biomedicale. Ho promosso con il ministro della Salute, Orazio Schillaci, un tavolo per l'industria farmaceutica presso il nostro dicastero - è stata la riflessione del ministro delle Imprese e made in Italy Adolfo Urso. Urso ha poi spiegato che il tavolo "si riunirà nei prossimi giorni, per delineare insieme alle imprese una politica industriale assertiva, in sede italiana ed europea, con l'obiettivo di aumentare la capacità di attrattività per gli investimenti stranieri. Diverse aziende multinazionali del settore si sono affacciate al dicastero, infatti - ha aggiunto - perché hanno annunciato di voler aumentare gli investimenti proprio in Italia".
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram