"Le infezioni ospedaliere? Dobbiamo censirle per poterle combattere"
Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit, affronta con Nursind Sanità la questione dell'antimicrobico-resistenza e avverte: "Non è solo conseguenza di un cattivo uso degli antibiotici. Occorre controllare anche la circolazione dei germi"

Un approccio su più livelli, che parta dal monitoraggio per arrivare al contrasto efficace. È quello invocato da Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit, contro l'antimicrobico-resistenza che vede l'Italia maglia nera, con un terzo dei morti in Europa. "Il problema è ben conosciuto ed è multifattoriale, quindi bisogna approcciarlo su più livelli, per cercare di contenere realmente le infezioni correlate all'assistenza" spiega Andreoni a Nursind Sanità, a margine dell'iniziativa 'L'antimicrobico resistenza: una minaccia globale', promossa oggi dalla stessa Società italiana di malattie infettive e tropicali.
Il direttore ha le idee chiare sui punti dai quali partire. "Credo che gli interventi principali siano due. In primo luogo, conoscere esattamente il fenomeno e, quindi, rendere in qualche modo obbligatoria, da parte di tutti gli ospedali italiani, la dichiarazione di quante siano le infezioni correlate all'assistenza ospedaliera. Un primo passo fondamentale - spiega - perché in Italia, in realtà, attualmente ragioniamo su numeri ipotetici. Non conosciamo esattamente l'entità del fenomeno".
In secondo luogo, per Andreoni, è necessario "rendere obbligatorio per tutti i direttori generali l'avvio di misure per ridurre il numero delle infezioni correlate all'assistenza".Un passo, quest'ultimo, che, è naturalmente correlato al primo, "perché - insiste l'esperto - bisogna prima conoscere i numeri, altrimenti è inutile chiedere a quegli stessi direttori delle misure da attuare".
Ma quali sono queste misure? "Bisogna creare dentro gli ospedali un sistema di monitoraggio. Non è semplice, ci sono tanti fattori da considerare" dal momento che si tratta di una questione che "non è solo conseguenza di un cattivo uso degli antibiotici. C'è anche, ad esempio, la circolazione dei germi da tenere sotto controllo. Tutti eventi che bisogna monitorare nella loro interezza" con piattaforme ad hoc.
"L’antibiotico-resistenza è uno dei principali problemi di sanità pubblica – ricorda ancora il professore –. A febbraio, il ministero della Salute ha approvato il nuovo Piano nazionale di contrasto all’nntimicrobico resistenza 2022-2025: per supportarne una concreta implementazione, proponiamo un tavolo tecnico che quantifichi l’impatto del fenomeno, verifichi i dati di ogni nosocomio e crei un sistema di sorveglianza capillare".
Proprio in merito all'azione del Governo, Andreoni aggiunge: "Abbiamo trovato un ministero molto attento a questi fenomeni. Parlare con le istituzioni e gli stakeholders è importante, ad esempio le industrie farmaceutiche sono indispensabili per realizzare i nuovi antibiotici per il controllo delle infezioni da germi multiresistenti. Abbiamo avviato un lavoro di dialogo e continueremo a farlo".
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