19 Luglio 2023

Piano vaccinale, Schillaci incalza le Regioni: "Quantifichino le risorse che servono"

Sulla pillola anticoncezionale, il ministro ribadisce in Aula alla Camera: "Aifa sta valutando, ma non si può prescindere dalla tenuta finanziaria"

Di NS
Piano vaccinale, Schillaci incalza le Regioni: "Quantifichino le risorse che servono"

"E' necessario che Regioni e Province autonomi quantifichino da subito le eventuali ulteriori risorse derivanti dall'attuazione del nuovo piano nazionale di prevenzione vaccinale, in particolare tenendo conto anche dei nuovi e più efficaci vaccini che potrebbero essere utilizzati per soggetti anziani e fragili". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo durante il question time in Aula alla Camera sui tempi di approvazione del Piano nazionale di prevenzione vaccinale in tempo utile per le campagne del prossimo autunno  e sulle iniziative di informazione vaccinale in programma, con particolare riguardo alla prevenzione delle malattie Hpv correlate (interrogazione di Azione-Italia viva).

 

Il ministro ha chiarito che "il calendario nazionale vaccinale nonché lo schema di intesa tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano sono stati trasmessi alla Conferenza Stato Regione il 19 gennaio scorso", ma che il 12 luglio "l'intesa ha avuto come esito un rinvio" esclusivamente relativo "alla parte finanziaria". 
Schillaci, pur sollecitano le Regioni ha però ribadito che "resta ferma ogni altra valutazione di competenza del Mef all'esito della presentazione della stima di fabbisogno che le Regioni dovranno far pervenire con ogni consentita urgenza". 

 

Ma il ministro, incalzato dalla deputata dem, Ilenia Malavasi, è tornato ad affrontare anche il capitolo della gratuita della pillola anticoncezionale. "Data l'importanza sociale della procreazione consapevole, specie in alcune fasce di età e di condizione socio-economica - ha sottolineato -, Aifa sta valutando compiutamente la problematica relativa all'erogazione gratuita dei farmaci anticoncezionali". Si tratta, ha però rimarcato ancora una volta Schillaci, "di valutazioni che non possono prescindere da ogni questione di compatibilità, in relazione alle attribuzioni del Mef, con la tenuta finanziaria delle scelte operate nel settore farmaceutico, per l'impatto sulla relativa spesa a carico del Fondo sanitario nazionale". 

 

Quindi Schillaci ha ricordato il tavolo tecnico Aifa-Conferenza delle Regioni e delle Province autonome che, nella riunione del 3 luglio 2023, ha espresso sul punto le proprie valutazioni. "Nel corso dell'incontro sono stati richiamati gli ultimi pareri emessi dalla Commissione tecnico-scientifica (Cts) e dal Comitato prezzi e rimborso (Cpr)", ha ricostruito il ministro. Proprio il Cpr, nelle riunioni del 19 e 21 giugno, "ha chiesto di procedere con approfondimenti in merito a possibili scenari di aumento dell'impatto di spesa previsto, rispetto ai 140 milioni di euro stanziati".

 

Altro punto dell'esame è stato quello della definizione di eventuali fasce di età. "È stato analizzato il documento Contraception Policy Atlas 2023, che raggruppa 46 Paesi in tutta l'Europa geografica sull'accesso alla contraccezione, dal quale si evince che all'estero i contraccettivi sono erogati gratuitamente in genere fino ai 25 anni. Alla luce di questo - ha continuato il ministro -, qualora in Italia si estendesse a tutte la distribuzione gratuita, la nostra nazione sarebbe la prima a erogare il farmaco a tutte le fasce di età. Dal punto di vista economico, qualora si estendesse la rimborsabilità del farmaco e considerato l'ampliamento della platea delle utilizzatrici, si potrebbe arrivare a un impatto di spesa vicino al miliardo di euro. Questa valutazione ha richiesto un approfondimento e un confronto con le Regioni (sono in tutto cinque) che, al momento, concedono gratuitamente questi farmaci, per comprendere in quali contesti distributivi vengano erogati e per quali fasce di età è prevista la gratuità".


Quali sono le conclusioni cui è giunto il tavolo tecnico? Le ha richiamate in Aula il titolare del dicastero di Lungotevere Ripa: "Come comunicato da Aifa, assumendo come modello di riferimento le realtà regionali sopra esaminate, il canale preferenziale di distribuzione dovrebbe essere quello dei consultori familiari e degli ambulatori ostetrico-ginecologici, quali strutture deputate anche a garantire supporto psicologico, sociologico ed assistenziale. In questo caso, l'onere per il Sistema sanitario nazionale graverebbe a carico della spesa farmaceutica per acquisti diretti. Al riguardo, sarebbe opportuno che il Cpr valutasse quale potrebbe essere l'impatto di spesa derivante da questa modalità. Andrebbe attivata la negoziazione con le aziende per il passaggio dalla fascia C alla fascia A dei farmaci interessati e dovranno espletarsi le procedure di gara regionali".

 

Infine, a prescindere dalla tematica relativa alla rimborsabilità dei contraccettivi, il tavolo, ha ricordato ancora Schillaci, "ha ritenuto necessaria una verifica dei dati di efficacia e di sicurezza sull'utilizzo delle pillole anticoncezionali nelle minori di età".

 

 

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