27 Luglio 2023

Payback, Confindustria: Bene il rinvio, ora una soluzione strutturale

Le imprese fornitrici di dispositivi medici: "Dal governo un segnale di dialogo, ha capito che rischia tutto il sistema salute". Il presidente Boggetti: "In gioco le prestazioni previste dai Lea"

Di NS
Payback, Confindustria: Bene il rinvio, ora una soluzione strutturale

Sul payback arriva un assist da Palazzo Chigi alle imprese e le imprese rispondono: “Apprezziamo molto che il Governo abbia inserito nel decreto cosiddetto emergenza caldo, approvato ieri in Consiglio dei ministri, il rinvio del versamento del payback nelle forniture di dispositivi medici”, fa sapere Confindustria Dispositivi medici. La misura proroga dal 31 luglio al 30 ottobre 2023 il termine per il versamento degli importi, circa un miliardo di euro, dovuti a titolo di payback dalle aziende fornitrici al Servizio sanitario nazionale.

Il presidente della federazione confindustriale Massimiliano Boggetti rivela che proprio ieri aveva inviato una lettera al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “chiedendo un provvedimento urgente che facesse guadagnare tempo per trovare una soluzione condivisa”. Insomma, gli operatori di settore colgono il “buon segnale di dialogo” e ribadiscono: l’esecutivo ha capito “che il payback porterebbe gravi ripercussioni a tutto il sistema salute”.

“Adesso dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni di governance del settore che superino questa norma ingiusta, perché questo clima di perdurante incertezza – prosegue Boggetti – sta logorando le imprese e sta portando a scelte forzate di riduzione dei posti di lavoro e di carenza di prodotti di qualità negli ospedali. Il fallimento di aziende e il disinvestimento nel nostro Paese di quelle che operano su scala globale porterà a migliaia di licenziamenti, a una riduzione drastica al sostegno della formazione e a un ulteriore taglio agli investimenti in ricerca e sviluppo. Ci sarà insomma un effetto negativo a cascata di forte impatto sociale ed economico”.

Secondo Confindustria, “la situazione coinvolgerà in modo sempre più diretto l’offerta di salute e la possibilità per i cittadini di effettuare le prestazioni sanitarie previste dai Lea. Le conseguenze ricadranno soprattutto sulle classi sociali più deboli, che non possono trovare risposte di salute altro che nel nostro SSN. Per questo – conclude Boggetti – ora, oltre alla proroga, bisogna lavorare a soluzioni compatibili con le esigenze e la sopravvivenza stessa del Servizio sanitario nazionale, capaci di eliminare norme inique che invece ne ostacolano lo sviluppo, perché questo è un modo per sostenere l’Italia e i suoi cittadini”.

 

 

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