Vacanze sicure, ecco il kit salute e tutte le info utili per la partenza
Intervista a Walter Pasini, padre italiano della Medicina di viaggio: "Prioritario consultare il proprio medico. In valigia i farmaci abituali. Occhio ai colpi di sole e, per i più piccoli, alla disidratazione"

Italia o estero? Mare o montagna? Ogni destinazione ha le proprie caratteristiche e, di conseguenza, specifici rischi sanitari. E allora, che cosa mettere in valigia? Nursind Sanità lo ha chiesto al dottor Walter Pasini, esperto di Medicina di viaggio e già direttore del Centro Oms per la Medicina del turismo. Che ci ha spiegato le raccomandazioni base da seguire prima di ogni partenza e ha preparato per i nostri lettori un kit di viaggio. Ecco tutto quello che c’è da sapere per un’estate in sicurezza.
"Innanzitutto bisogna distinguere tra un viaggio intercontinentale, in Europa o in Italia. La destinazione ha una grande importanza – spiega il padre italiano della Travel medicine -, perché a ognuna sono associati determinati rischi sanitari. E’ il caso della malaria, per esempio, nei Paesi tropicali. La prima cosa da fare quindi è informarsi su tali rischi e sulle vaccinazioni da fare, se necessarie”. In che modo? “Andando dal proprio medico o recandosi presso i servizi di igiene pubblica o di medicina del viaggiatore che in Italia sono troppo pochi, purtroppo".
Non solo Italia o estero. Pasini affronta anche un altro grande classico delle vacanze: mare o montagna. “Si tratta di due contesti che hanno habitat diversi – specifica -, le destinazioni marine sono legate a determinati rischi come, ad esempio, l’annegamento di cui proprio il 25 luglio ricorre la Giornata istituita dall’Organizzazione mondiale della sanità. In particolare, si raccomanda ai genitori di non perdere mai d’occhio i bambini sotto i 5 anni di età, che rappresentano la prima fascia di rischio, e di avere, invece, una vigilanza molto stretta dai 5 ai 10 anni, seconda fascia a rischio annegamento. In questo caso l’Oms raccomanda di insegnare loro i rudimenti del nuoto. Un ulteriore fattore di rischio, poi, sono i pesci marini, come meduse e ricci di mare, bisogna stare attenti alle punture di questi animali, che possono talvolta provocare allergie importanti”.
In montagna, invece, “c’è il problema di una possibile ipossia - mette in guardia Pasini -. Andando ad alta quota diminuisce l’ossigeno e questo può essere un rischio sia per i soggetti cardiopatici che per quelli sani. A volte, infatti, il mal di montagna colpisce anche questi ultimi”. Cosa fare allora? “La raccomandazione per chi va in montagna è quella di salire gradualmente, senza passare velocemente dal livello del mare a 4mila metri di altezza e poi magari muoversi ancora e sottoporsi a sforzi. Il mal di montagna consiste in un edema cerebrale e, nei casi più gravi, polmonare. Prima di esporsi a queste altezze, il turista dovrebbe sottoporsi a una visita dal medico curante per valutare le patologie e la sua attitudine all’esposizione ad alta quota”.
Non solo differenze. Le due destinazioni, infatti, hanno anche qualcosa in comune. “Sia al mare che in montagna c’è il rischio del sole, con tutte le patologie legate ad una esposizione eccessiva”. A tal proposito, Pasini raccomanda di “usare creme protettive efficaci. L’insolazione – ammonisce - è molto pericolosa anche nelle località tropicali o marine, dove a causa della ventilazione non ci si accorge della durata dell’esposizione”. In generale, comunque, ciò che consiglia l’esperto è di “evitare le ore più calde. È in corso un’ondata di caldo importante e il rischio maggiore è il colpo di calore, una patologia più seria che colpisce non solo i turisti, ma anche gli anziani che vivono in ambienti spesso senza aria condizionata. Il colpo di calore è molto grave ed è diverso dal colpo di sole, che è un’esposizione esagerata ai raggi con segni di irritazione". Nel colpo di calore, invece, secondo quanto spiega Pasini "saltano i meccanismi di controllo della temperature elevata e l’individuo presenta una febbre anche a 40 gradi che può comportare un danno agli organi vitali, insieme a sintomi neurologici quali la confusione mentale”.
Proprio le patologie legate al calore sono destinate a crescere, a causa del cambiamento climatico. Una preoccupazione confermata dall'esperto che sottolinea come un grande rischio sia rappresentato dalla disidratazione. Quest'ultima "può essere un fattore scatenante per chi ha una patologia pregressa, ad esempio i soggetti con problemi a livello della valvole aortica".
Secondo lo specialista, “le patologie da calore dovranno, in futuro, essere studiate molto più di quanto non si faccia ora. Sarebbe opportuno, anche sul piano scientifico, approfondire questi aspetti finora snobbati. Lo stesso vale anche per le malattie infettive: i cambiamenti climatici portano alla tropicalizzazione di Paesi prima temperati con patologie che dieci anni fa erano confinate solo nelle aree tropicali”.
Ma Pasini offre una gamma di consigli anche per chi viaggia con bambini. “I più piccoli sono i viaggiatori più a rischio. Ad esempio, a proposito di Paesi tropicali, la malaria colpisce prevalentemente i bimbi fino ai 5 anni. E per questi soggetti, come per le donne gravide, può essere molto grave. Ecco perchè sarebbe meglio non recarsi in luoghi malarici ed evitare viaggi ad esempio in Africa Sub Sahariana. Inoltre, occorre stare attenti alla disidratazione. Un bambino si disidrata più facilmente rispetto ad un adulto. Quindi, anche una diarrea può degenerare verso forme più gravi e portare a un ricovero ospedaliero”. Ecco perché è importante “dare ai piccoli solo bevande sicure e cibi ben cotti, fare attenzione a verdure e alimenti crudi e fare attenzione quando sono vicini all’acqua”.
Ma qual è la prima cosa da fare prima di partire, per garantirsi delle vacanze sicure dal punto di vista della salute? Pasini non ha dubbi: mettere in valigia un ‘kit di viaggio’, con tutto quello che può essere utile. Ecco cosa dovrebbe contenere: "Bisogna innanzitutto metterci dentro i farmaci di cui si fa un uso abituale. Soprattutto quando si viaggia e si va, ad esempio, in Cina o in altri Paesi asiatici dove c’è una grande contraffazione dei farmaci e quindi, anche andando in una farmacia, si rischia di non ottenere un prodotto adeguato. Poi – consiglia ancora Pasini – occorre mettere sempre in valigia un medicinale come Loperamide o Normix, per trattare subito la diarrea del viaggiatore ed evitare la disidratazione. È bene comunque rivolgersi al proprio medico per avere una lista dei farmaci da portare con sé, anche per evitare eventuali problemi alle frontiere”. Infine, “per chi vuole avere esperienze sessuali, è utile portare con sè preservativi in quantità sufficiente per evitare le malattie sessualmente trasmissibili. Anche questo – conclude- è uno strumento salvavita”.
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