08 Settembre 2023

Sanità e manovra, Pirro (M5s): "Subito 10-15 miliardi per invertire la rotta"

La senatrice pentastellata, da sempre attenta ai temi della salute, parla a Nursind Sanità: "L'idea del Governo è quella di ridurre il Ssn al lumicino, aprendo la strada alle assicurazioni private"

Di Ulisse Spinnato Vega
La senatrice M5s Elisa Pirro
La senatrice M5s Elisa Pirro

“Anche i quattro miliardi chiesti dal ministro Schillaci non bastano, sarebbero il minimo per la sopravvivenza. Il problema è che il Governo non metterà nemmeno quelli”. Il commento è amaro, ma la senatrice M5s Elisa Pirro, membro della commissione Affari sociali e da tempo in prima linea sui temi sanitari, con Nursind Sanità alza lo sguardo: “Il Ssn piange da alcuni anni, perché già Draghi aveva iniziato a ridurre la spesa. Solo con il Conte 2 si arrivò al 7% sul Pil”. A breve si conosceranno i numeri della Nota di aggiornamento al Def e dunque della legge di Bilancio, la premier Giorgia Meloni ha parlato del Servizio sanitario come di una delle priorità, ma le premesse sul piano finanziario non sembrano delle migliori.

Senatrice, siamo 16esimi tra i Paesi Ocse per la spesa pro-capite sulla salute e fanalino di coda nel G7. Ci mancano quasi 50 miliardi annui che diventano 80 se ci confrontiamo con vicini di casa come Germania, Francia o Regno Unito. Eppure l’esecutivo forse metterà un paio di miliardi al massimo.
Già nell’aprile del 2022, con il precedente Governo, avevamo suonato un campanello d’allarme sulla spesa sanitaria. Adesso la destra prosegue sulla stessa scia; non mi stupisco che gli annunci di Schillaci si siano infranti sulla scorsa manovra, mentre questa non cambierà di segno. Prima hanno detto che non c’erano soldi per la sanità, poi c’è stata una sollevazione e allora l’hanno inserita tra le priorità. Ma non ci metteranno nemmeno i quattro miliardi citati.

Secondo lei, da parte di Palazzo Chigi c’è scarsa sensibilità oppure c’è un preciso disegno di smantellamento del Ssn per favorire il privato?
Non arriverebbero a smantellarlo completamente, anche loro capiscono che è controproducente. Ma l’obiettivo è potenziare il sistema assicurativo e mantenere un Servizio sanitario pubblico ridotto al lumicino, ancora meno efficiente e riservato soltanto a chi non può permettersi le cure private.

Un sistema all’americana, insomma.
Magari un po’ meno sbilanciato, ma l’impostazione è quella. Si è capito dai primi atti in commissione Sanità al Senato sul terreno della previdenza complementare e delle assicurazioni dedicate alla salute.  

Il vulnus macroscopico delle liste di attesa ormai si sposa sempre più alla carenza e alla fuga del personale sanitario, a cominciare dagli infermieri.
Li prepariamo benissimo e poi li paghiamo pochissimo. Sono soggetti a carichi di lavoro insostenibili, turni massacranti e soffrono il burn out. Mentre all’estero stendono loro un tappeto rosso sotto i piedi. Così è difficile tenerceli. È una vergogna. Ma non è tutta colpa di questo Governo ovviamente, pesa una programmazione pessima nell’ultimo ventennio: si sapeva che avremmo avuto carenza di medici e infermieri, ma non abbiamo aumentato la dotazione finanziaria. Solo nella passata legislatura avevamo invertito la tendenza e incrementato le risorse.

Il tema incrocia la questione dei contratti pubblici. Ci vorrebbero 32 miliardi di euro per il rinnovo 2022-2024 se si dovesse puntare a un pieno recupero dell’inflazione. Forse il governo ne metterà appena 1,5.
Ribadisco, i nostri infermieri sono pagati troppo poco. La professione medica è ancora appetibile, ma sugli infermieri ci sono posti disponibili nei corsi universitari, che restano vuoti perché i ragazzi li disertano.

4. Se foste voi chiamati a fare la legge di Bilancio, quanto mettereste sulla sanità e dove prendereste i soldi?
Servono almeno 10-15 miliardi a stretto giro. Sarebbe bellissimo trovarli subito o almeno la metà nell’immediato per iniziare a invertire la rotta che chi governa ha messo sul binario sbagliato. I soldi si trovano intanto con una seria tassazione degli extraprofitti, non realizzata bene nemmeno da Draghi sul settore energia. Va riscosso dunque quanto già previsto, bisogna intervenire in modo puntuale sulle banche e anche il comparto farmaceutico può contribuire, alla luce dei lauti profitti realizzati durante la pandemia. Accanto a questo, va rimessa in piedi la lotta all’evasione, con la riduzione della circolazione del contante che il Governo sta smantellando.

Il fronte sanità sembra un altro terreno perfetto per la convergenza delle opposizioni, dopo il salario minimo. Potreste coordinare il lavoro sulla manovra con proposte unitarie?
Noi lavoriamo molto sulla sanità e già ci coordiniamo parecchio. Su molti temi abbiamo una visione concorde. Certo, il Pd ha delle responsabilità sul passato, ma si stanno ravvedendo, come avvenuto sul salario minimo, dunque la possibilità di dialogo è concreta. Sicuramente il M5s, nell’ambito della legge di Bilancio, darà grande attenzione ai temi sanitari.

Per chiudere, cosa ne pensa di sdoganare strutturalmente la libera professione degli infermieri?
Avevamo già fatto proposte nelle precedenti manovre, vedremo se riesumarle. Certo, se già i medici possono agire liberamente, non puoi legare le mani agli altri operatori sanitari. Sempre, naturalmente, stando attenti a non depotenziare troppo il Ssn, vista la situazione delicata. Ma mi permetta un’altra osservazione.

Prego.
Perché non potenziare le classi di insegnamento degli infermieri a livello universitario? Bisognerebbe mettere in campo degli incentivi sul fronte accademico per rendere la professione infermieristica attrattiva anche sul versante della carriera da docente.

 

 

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