Medicina difensiva, troppi esami per paura delle cause legali. Arriva la proposta M5s
Incardinata in commissione Affari sociali della Camera la risoluzione a prima firma Marianna Ricciardi. Ecco che cosa prevede

Le cause legali tra medico e paziente sono state oggetto di diversi interventi normativi ma restano ancora un nodo irrisolto. A Montecitorio si riapre il dibattito su come contenere il contenzioso legale, grazie a una risoluzione presentata dal Movimento cinque stelle, che è stata incardinata oggi in commissione Affari sociali.
La prima firmataria Marianna Ricciardi spiega a Nursind Sanità che le leggi sulla cosiddetta medicina difensiva appaiono "non risolutive e non del tutto applicate". La medicina difensiva è quella per cui i medici, per il timore di futuri contenziosi legali avviati dai pazienti, prescrivono esami, visite o farmaci superflui.
E non parliamo di un fenomeno contenuto. La deputata spiega che "si tratta di una quantità elevata di prestazioni, le stime dicono che sarebbero il 25% del totale. Il che significa che visite ed esami non del tutto necessari causano un aumento dei costi per il servizio sanitario e un allungamento delle liste di attesa per chi ne ha davvero bisogno. Per questo - aggiunge - dobbiamo intervenire e pensiamo che il tema sarà condiviso da altri gruppi e si possa arrivare a un testo unificato".
Il documento presentato alla Camera è molto articolato e individua 21 azioni da mettere in campo. Uno dei punti più significativi è il numero 5 e riguarda la legge Gelli. Come denuncia la pentastellata la legge del 2017 "è ancora in parte inapplicata, perché mancano alcuni decreti attuativi, tra cui quello che deve istituire e finanziare il Fondo di garanzia". Questo Fondo è stato previsto per intervenire "nel caso in cui sia stato riconosciuto un danno economico più alto rispetto al massimale previsto dalle assicurazioni" o in assenza di copertura assicurativa del medico o della struttura sanitaria.
La risoluzione poi però pensa anche a un modello diverso e più semplice per ridurre le cause, con un maggiore ricorso all'indennizzo. Al punto 6 infatti si propone il 'modello francese'.
Vediamo cosa prevede: il paziente che si sente danneggiato da un medico deve scegliere se procedere per le vie legali (per ottenere un risarcimento) oppure incassare subito un indennizzo, nel caso in cui non ci sia una chiara responsabilità del professionista o della struttura. L’importo dell'indenizzo sarà fissato con tabelle che definiscono le diverse casistiche e potrà consentire di riconoscere la cifra prevista in tempi più veloci.
"Ora in Italia l'indennizzo è previsto solo per pochi casi, ossia i danni da vaccino e da trasfusione - spiega Ricciardi - e non è alterativo alla causa di risarcimento, un paziente può intraprendere entrambe le strade. Io propongo invece che venga esteso e reso alternativo al risarcimento".
Un esempio? "L'indennizzo potrebbe essere previsto per traumi come la caduta da una barella, per casistiche molto diffuse nelle cause legali e per le quali può risultare più difficile definire una chiara responsabilità". Con questo nuovo sistema il paziente però dovrà scegliere tra la via legale, potenzialmente più remunerativa ma più lunga, o un rimborso con modalità più semplici e tempi più rapidi.
Insomma, in sintesi, il M5s chiede al Governo un intervento ad ampio raggio per creare un clima più sereno tra medico e paziente, con l'obiettivo più generale di ridurre le prestazioni non necessarie e quindi le liste di attesa e i costi sanitari.
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