Cancro, focus sul Piano europeo per la lotta e la prevenzione
Parla a Nursind Sanità Claudia Salvi, coordinatrice del Centro Europe Direct Roma: "Le liste d'attesa? La Ue dà indirizzi, ma a livello nazionale bisogna agire per migliorare le fasi di screening e diagnosi"

Quasi il 40% delle malattie oncologiche può essere prevenuto e ricerca, prevenzione e diagnosi precoce rivestono un ruolo centrale nella lotta al cancro. Si calcola che in Europa sono oltre 12 milioni i sopravvissuti al cancro, di questi più di 300.000 riguardano i tumori infantili. Un ruolo fondamentale è svolto, oltre che dalla prevenzione e dalla diagnosi precoce, anche da una corretta alimentazione, la pratica di una minima attività sportiva e comportamenti virtuosi come evitare il fumo e l’esposizione a sostanze tossico-nocive. Se ne discuterà nel ciclo di incontri online (che partirà dal prossimo 27 settembre) organizzato da alcuni Centri della rete Europe Direct, di cui uno operativo presso la sede Formez di Roma. Ne parliamo con la coordinatrice, la dottoressa Claudia Salvi.
Cosa prevede il Piano Europeo e cosa significa anche per il nostro Paese?
Il Piano europeo contro il cancro, voluto dalla Commissione europea, è un lavoro di raccordo, di monitoraggio e di indirizzo per tutti i Paesi membri. Lavorare sulla prevenzione è il punto centrale di questo piano e il ciclo di incontri che abbiamo organizzato va in questa direzione. Medici e professionisti che, con un linguaggio chiaro, parlano ai cittadini su quali sono i fattori di rischio e come fare prevenzione.
Le risorse economiche rivestono un ruolo centrale nella lotta al cancro, sia per la ricerca sia per cura e prevenzione. A che punto siamo a livello nazionale?
A livello europeo sono state stanziate ingenti risorse, in particolare per quanto riguarda la ricerca esistono fonti di finanziamento come il programma “Orizzonte Europa” e “Programma Ue per la salute” che possono essere utilizzati per determinate azioni contro il cancro. Accanto a questi strumenti, le Regioni hanno messo in campo poi ulteriori risorse attraverso i Piani operativi regionali.
Le liste di attesa, ancora troppo lunghe, non rischiano di pregiudicare in qualche modo la prevenzione, caposaldo della lotta alle malattie oncologiche?
Sicuramente. Il Piano europeo dà degli indirizzi, ma è a livello nazionale che bisogna agire per migliorare le fasi di screening e diagnosi. Occorre spingere in questa direzione per anticipare e combattere la malattia e l’Italia può vantare un’eccellenza in questo senso e mi riferisco ad esempio al lavoro delle Breast Unit (istituite a seguito di una risoluzione del Parlamento Europeo che invitava gli Stati membri a costituire entro il 2016 centri multidisciplinari per la cura del tumore della mammella) che fanno prevenzione, diagnosi e cura nell’ambito del tumore al seno. All’interno di questi centri operano diversi specialisti, senologi, chirurghi e psicologi, in modo da affrontare la malattia e la cura in tutti i suoi aspetti. Un’esperienza di successo e che probabilmente verrà presto replicata anche in altri ambiti come quello per il tumore polmonare.
La sanità italiana è in affanno. C’è chi chiede di aderire al Mes sanitario e chi scongiura ulteriori tagli nella prossima legge di bilancio. Cosa ci aspetta nel prossimo futuro?
Si deve assolutamente puntare sulla digitalizzazione del sistema sanitario nazionale e mettere a sistema tutti i dati sanitari dei cittadini. Penso alla nostra tessera sanitaria europea che ci consente di essere curati in qualsiasi stato membro della Ue come se stessimo in un ospedale italiano. Uno strumento che deve essere implementato rendendo disponibili, ad esempio, anamnesi e referti del cittadino che – in caso di interventi urgenti – possano essere utili nel trattamento dei pazienti, soprattutto quelli oncologici. Se vogliamo garantire una buona qualità della vita dobbiamo anche consentire di muoversi con tranquillità, viaggiare facendo in modo che si possa essere assistiti ovunque. Ma più in generale digitalizzare tutte le informazioni relative ai pazienti permette di essere più efficienti e tempestivi.
Si parla spesso della qualità del Ssn. Come siamo posizionati a livello europeo?
Le criticità del Ssn sono diverse, ma la nostra rimane ancora una delle migliori sanità a livello internazionale. Lo dice lo stesso Osservatorio europeo. L’Italia, soprattutto nella cura delle malattie oncologiche, è ai primi posti, in particolare per tumore al seno e al polmone. E la creazione delle Breast unit è, come dicevamo prima, un fiore all’occhiello per il servizio offerto e l’esperienza maturati sul campo.
Piano europeo contro il cancro
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