Salute mentale, l'alert degli psichiatri: "Diagnosi in aumento, a quota +30%"
Depressione e altre patologie psichiche saranno le più diffuse nel mondo già prima del 2030, anno in cui l'Oms aveva stimato il sorpasso. Emi Bondi, presidente Sip: "Il Ssn sia in prima linea su prevenzione e monitoraggio"

Le diagnosi di disturbi mentali in Italia sono in crescita. Aumentano del 30%, come indicato dall’Organizzazione mondiale di sanità (Oms), ma come gli specialisti hanno potuto toccare con mano nella quotidianità del proprio lavoro. Inoltre, depressione e altre patologie psichiche saranno le più diffuse nel mondo già prima del 2030, anno in cui, sempre l’Oms, aveva stimato il sorpasso. Numeri che valgono in Italia il 4% del Prodotto interno lordo tra spese dirette e indirette. Senza contare la diminuzione dell’aspettativa di vita di 10 anni.
Sono questi i numeri sui quali la Società italiana di psichiatria (Sip) accende i riflettori per celebrare i suoi 150 anni di vita e in vista della Giornata mondiale della salute mentale che si celebra domani. Il messaggio che arriva dalla Sip, insomma, è chiaro: è in atto una ‘policrisi’ in cui pandemia e guerra, inflazione e turbolenze sociali stanno facendo da detonatore al disagio mentale. A pagarne il prezzo più alto sono le categorie fragili: bambini e adolescenti, donne, anziani, fasce sociali svantaggiate.
Di fronte a questo quadro, però, le risorse di cui dispongono i Servizi di salute pubblici sono ormai sotto il 3% del Fondo sanitario nazionale (sotto la soglia Ue fissata al 10% per i Paesi a più alto reddito). Senza contare la diminuzione dei Dipartimenti di salute mentale (Dsm) passati dai 183 del 2015 ai 141 del 2020, e la connessa crisi di personale, soprattutto medico: si stima che entro il 2025 mancheranno all’appello altri mille psichiatri.
"Il Servizio sanitario nazionale è chiamato ad essere in prima linea per mettere in atto strategie di prevenzione e monitoraggio e per intercettare e curare il disagio mentale nelle popolazioni più fragili e a rischio", ha non a caso sottolineato Emi Bondi, presidente della Sip e direttore del Dsm dell’ospedale Papa Giovanni XXII di Bergamo.
Bondi ha lanciato l’allarme in particolare sui giovani che stanno pagando il prezzo più alto della pandemia sul piano della salute mentale: "L’isolamento e la rottura con il mondo reale e la società nelle sue più diverse componenti hanno contribuito all’aumento delle dipendenze da sostanze ma, soprattutto, da tecnologia e oggi si stimano almeno 700mila adolescenti dipendenti da web, social e videogiochi", ha evidenziato. Mentre "altri ancora sono vittime di ansia e depressione, anche queste in costante aumento".
A soffermarsi sugli effetti del Covid sulla popolazione generale è stato invece Claudio Mencacci, presidente onorario Sip e direttore emerito del dipartimento di Neuroscienze, ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano, parlando di sintomi depressivi che "sono quintuplicati e oggi si stima che li manifesti circa una persona su tre, tanto che si ipotizzano fino a 150mila casi di depressione maggiore in più rispetto all’atteso, con conseguenze dirette su malattie oncologiche, cardiovascolari e polmonari. A soffrire del maggior disagio mentale, oltre ai giovani, sono le categorie fragili come le donne, gli anziani o i ceti sociali più svantaggiati. Fra i disoccupati, per esempio, il rischio di depressione è triplo".
Domani, intanto, l’Italia si colorerà di verde: sono numerose le istituzioni nazionali, Regioni e Comuni che hanno aderito all’iniziativa lanciata dalla Sip. Sensibilizzare e tenere alta l’attenzione rimane prioritario. Così come lo è andare avanti con il tavolo tecnico istituito al ministero della Salute con l’obiettivo tra gli altri di "realizzare un nuovo piano per la salute mentale che migliori la qualità dei percorsi di prevenzione, trattamento e riabilitazione per meglio rispondere ai bisogno di salute mentale della nostra società", come ha spiegato Giuseppe Niccolò, coordinatore vicario del Tavolo e direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Asl Roma 5. Oltre che spingere sulla ricerca perché proprio grazie ad essa, ha osservato Liliana Dell’Osso, co-presidente Sip e professore ordinario di psichiatria all’Università di Pisa, "sono stati fatti enormi passi avanti nella diagnosi precoce e nella prevenzione in psichiatria".
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