30 Ottobre 2023

Cancro, Mattarella: "La ricerca motore primo dei progressi nelle cure"

Il capo dello Stato ricorda però le poche risorse ancora investite, i giovani che vanno all'estero e le "teorie anti-scientifiche" che "minacciano la salute degli italiani"

Di NS
Foto da Quirinale.it
Foto da Quirinale.it

"La battaglia contro il cancro è una grande impresa collettiva, richiede impegno, collaborazione, sostegno reciproco, fiducia. Curare, sperimentare, fare ricerca, promuovere la produzione di nuove terapie, di nuovi farmaci. È in questo percorso che si riassume l’impegno prezioso di migliaia di operatori". Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parla al Quirinale in occasione dell’iniziativa dell’Airc "I giorni della ricerca".


"Passi da gigante sono stati compiuti negli ultimi decenni", ha ricordato il capo dello Stato. "Quando l’Airc fu fondata i tumori erano considerati malattie incurabili. Oggi è mutata profondamente la coscienza in proposito, non soltanto dei medici,ma degli stessi pazienti e dei loro familiari. Oggi, come ci ha ricordato il professor Sironi, 3 milioni e 600 mila italiani vivono dopo una diagnosi di questo tipo. Le loro prospettive si accrescono così come migliorano le condizioni di vita. Non sono pochi a sentirsi guariti e a rientrare con fiducia nella quotidianità degli affetti, del lavoro, delle relazioni sociali". Quindi Mattarella ha sottolineato: "La ricerca è stata il motore primo di questo progresso dell’umanità. La duplice intuizione costitutiva dell’Airc ha rivestito un valore profetico. Anzitutto: il cancro si può sconfiggere. In secondo luogo: per vincere questa sfida bisogna puntare sulla ricerca medica e scientifica. Una prospettiva duplice che ha creato progressivamente consapevolezza, partecipazione, cultura, come dimostrano l’interesse e la disponibilità degli italiani nel donare e nel sostenere i Giorni della Ricerca".

 

Anche se l’Italia è andata avanti sul fronte della ricerca, "c’è ancora tanta strada da fare - ha rimarcato l’inquilino del Quirinale -. Le nuove diagnosi sono oltre mille al giorno. E, come ci ha rammentato il professor Calligaris-Cappio, mentre su diverse tipologie di tumore sono stati compiuti progressi straordinari, in alcuni ambiti lo sviluppo della malattia oncologica è di più difficile contrasto". Ragion per cui, "abbiamo bisogno della ricerca". Anzi, ha proseguito, "questa esigenza si accentua con nuove patologie che si affacciano, con le scoperte anche in altri campi che forniscono conoscenze inedite, tecnologie superiori, mezzi di indagine più penetranti".

 

Secondo il presidente della Repubblica, "la ricerca è garanzia di futuro". E poi ancora: "La ricerca è cura", ha detto richiamandosi al motto scelto dall’Airc per quest’edizione dell’iniziativa.
Eppure, ha ricordato, "dopo tanta evidenza, dopo che è stato dimostrato nella drammatica esperienza della pandemia che i costi umani sarebbero stati di gran lunga maggiori senza la scoperta in tempi rapidi dei vaccini, continuano a circolare teorie irragionevoli e anti-scientifiche. Non soltanto offuscano la visione del bene comune, ma sovente minacciano la salute stessa dei cittadini, contravvenendo a quanto prescrive l’art. 32 della Costituzione, secondo il quale la salute è, insieme, diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività. Nell’epoca dell’intelligenza artificiale e della più grande accelerazione della scienza, la diffusione della conoscenza continua a mescolarsi con il suo opposto.È un paradosso della nostra modernità. Anche per questo i Giorni della Ricerca rappresentano un’occasione preziosa".

 

Mattarella ha dunque citato il Nobel 2023 per la medicina assegnato alla biochimica Katalin Karikò e all’immunologo Drew Weissman "per la tecnologia che ha reso possibili i vaccini più efficaci contro il Covid": "Sappiamo che questa tecnica, fondata sull’utilizzo dell’Rna messaggero, potrà servire per importanti sviluppi anche in altri ambiti di cura, comprese le terapie antitumorali. Un tempo la iper-specializzazione sembrava il destino della ricerca avanzata; adesso l’inter-disciplinarietà è divenuta molto più che un’opportunità. Si è ormai affermata". Non a caso, “non avremmo sconfitto con questa rapidità il Covid senza una straordinaria cooperazione mondiale nella ricerca. Contiamo – è stato il suo auspicio - che non sia un’eccezione bensì la regola. Un esempio per il futuro. Una strada che l’umanità non deve abbandonare".


Accanto alla collaborazione nella ricerca, il capo dello Stato si è soffermato su un altro suo architrave e cioè i giovani che, ha detto, "devono poter circolare e fare esperienze nelle università, nei centri di ricerca, nei laboratori dell'Europa e del mondo. Tutto questo è prezioso e devono poter tornare se lo desiderano. A questo sforzo collettivo di sostenere i giovani ricercatori, di consentire loro di esprimere anche in Italia il loro talento, devono concorrere tutte le forze sociali". Una questione centrale collegata al nodo economico che pure Mattarella ha toccato nel suo intervento: "Le nostre risorse globalmente destinate alla ricerca scientifica sono limitate rispetto agli standard che dovremmo raggiungere. Constatiamo anche che tanti giovani vanno all’estero e vi rimangono, non perché non vorrebbero lavorare in Italia, ma perché da noi talune condizioni – economiche e professionali – sono poco aperte, meno competitive".


Un nodo che in effetti resta sul tavolo. A differenza del diritto all’oblio delle malattie oncologiche, sul quale invece un passo avanti si è fatto e che Mattarella non ha mancato di registrare: "I progressi nelle cure hanno reso il cancro una malattia sempre più guaribile e questa consapevolezza ha motivato la decisione unanime della Camera dei deputati di approvare un testo di legge che regola il diritto all’oblio delle malattie oncologiche.
Una forma di rispetto e di tutela della persona, che nel suo percorso di cura intende liberarsi anche del vecchio stigma di una patologia che potrebbe recarle un pregiudizio".

 

 

 

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