02 Novembre 2023

Bonus psicologo in panne tra scarse risorse e mancata attuazione

Filippo Sensi (Pd) a Nursind Sanità: "Dal ministero della Salute vaghissime rassicurazioni, per salvarlo c'è una sola possibilità: presentare emendamenti a partire dalla manovra"

Di Caterina D'Ambrosio
Bonus psicologo in panne tra scarse risorse e mancata attuazione

Mancano due mesi alla fine dell’anno e le possibilità di poter accedere al bonus psicologo per decine di migliaia di persone, per lo più giovani, si stanno riducendo al lumicino.
Nato come misura di emergenza post pandemia con una dotazione iniziale di 25 milioni di euro, il bonus psicologo - introdotto con il governo Draghi - ha a tutt’oggi un percorso a dir poco accidentato. Su 395mila domande, solo 41.600 sono state finanziate (dati XXII Rapporto annuale Inps, ndr). Con il governo Meloni, poi, le risorse sono state ridotte a 5 milioni per il 2023, 8 per il 2024 e gli anni successivi. Ma, al momento, mancano i decreti attutativi che consentano di far partire la piattaforma Inps per poter richiedere il contributo.

 

Il rischio è che, in mancanza dell’attivazione della piattaforma entro la fine dell’anno, le risorse ritornino a disposizione del bilancio dello Stato. Una beffa soprattutto per quanti speravano in un aiuto. "Nonostante le interlocuzioni con il Ministero della salute che ha fornito vaghissime rassicurazioni – spiega a Nursind Sanità Filippo Sensi, senatore del Pd e ideatore della misura – a oggi ancora non sono stati firmati i decreti attutativi e tutto rischia di sfumare definitivamente". E, in effetti, a dispetto delle dichiarazioni del Governo, che ha detto di voler rendere strutturale la misura, ancora non si muove nulla. Il tempo rimasto è poco e le soluzioni, a questo punto, non sono molte. "L’unica possibilità al momento – prosegue Sensi – è presentare emendamenti alla manovra di bilancio o a un decreto collegato. L’intenzione sarebbe quella di portare la dotazione a 50 milioni (il doppio dello stanziamento del 2022, ndr) e, soprattutto di renderla strutturale".

 

Preoccupazione condivisa anche dalla senatrice M5s, Elisa Pirro, che sottolinea l’importanza di portare a termine il percorso per il 2023 del bonus e il suo stesso rifinanziamento. "Come Movimento siamo stati sempre in prima linea insieme a colleghi di altri schieramenti – dice a Nursind Sanità – perché riteniamo essenziale in questa fase storica un aiuto concreto. Eravamo preoccupati dopo il definanziamento e lo siamo ancor di più oggi. Proporremo – conclude Pirro – emendamenti alla manovra di Bilancio per rifinanziare il fondo oltre a quello che prevede l’istituzione di sportelli di ascolto in scuole e università. I giovani sono la platea che più di tutte, grazie anche ad una maggiore consapevolezza, ci chiedono di intervenire".

 

Perché è così urgente intervenire? La salute mentale è materia che riguarda tutti ma, a maggior ragione dopo la pandemia, sono soprattutto moltissimi giovani ad aver chiesto un aiuto psicologico. Secondo il XXII Rapporto Inps, sette su dieci sono donne, e il 36% dei richiedenti riguarda la fascia d’età che va dai 18 ai 29 anni. Una battaglia di civiltà che riguarda in particolare i ceti meno abbienti e per loro la mancata disponibilità del bonus psicologo rischia di avere le conseguenze peggiori, vale a dire la rinuncia alla terapia.

 

Proprio di fronte a un disagio mentale che cresce nel Paese e che richiama in maniera sempre più forte la necessità di presidi strutturali, il Parlamento si sta muovendo anche su un altro fronte: l’istituzione dello psicologo di base. Parallelamente alla Camera e al Senato, infatti, proseguono i lavori nelle Commissioni con testi presentati trasversalmente da quasi tutti gli schieramenti (da Fratelli d’Italia a Noi Moderati, da Pd a M5s e Lega). L’obiettivo è quello di potenziare l’assistenza territoriale, anche grazie ai fondi del Pnrr, promuovendo stili di vita sani e puntando sulla prevenzione in modo da far fronte al disagio all’insorgere dei primi sintomi. Ma i tempi non si preannunciano brevi sia perché ancora manca un testo di sintesi tra le varie proposte avanzate dai diversi gruppi e sia perché fino alla fine dell’anno a monopolizzare l’attività parlamentare sarà la manovra.

 

 

 

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