07 Novembre 2023

Manovra, Schillaci: "Sulle pensioni ai sanitari troveremo una soluzione"

Il ministro insiste sulle liste d'attesa: "Il 20% di richieste di visite è inappropriato. E la medicina difensiva pesa quasi 10 mld l'anno". Infine la rassicurazione: "Il privato accreditato fa parte del sistema, non vogliamo indebolire la sanità pubblica"

Di NS
Manovra, Schillaci: "Sulle pensioni ai sanitari troveremo una soluzione"

È il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a intervenire stamattina sul nodo del ricalcolo delle pensioni retributive che vede sul piede di guerra medici e infermieri. Ospite di "24 Mattino" su Radio 24, ha scandito: "Io credo che il Governo stia lavorando per trovare una soluzione, considerando la grave carenza di medici e operatori sanitari" e si è detto "fiducioso". Sul fronte dei medici, ha proseguito, "abbiamo una carenza che si farà sentire soprattutto nei prossimi tre anni vista la gobba pensionistica. Troveremo un accomodamento per la norma".
Schillaci ha poi evidenziato: "Ci preoccupa il fatto che i giovani scelgano molto poco alcune specializzazioni mediche e questo si evince chiaramente dai dati d'ingresso negli ultimi test delle scuole di specializzazione. Per cui io credo - ha osserva il ministro - che su questo fronte oltre ad aumentare il numero di posti a Medicina e Chirurgia, cosa che è stata fatta e che avverrà anche nei prossimi anni, dobbiamo rendere più attrattive alcune specializzazioni e questo è sicuramente un fronte di grande impegno".

Il ministro si è soffermato soprattutto sull’annoso nodo dell’abbattimento delle liste d’attesa e ha spiegato che "il problema va affrontato in maniera complessiva: intanto c'è una richiesta inappropriata che va controllata, poi abbiamo anche una richiesta dovuta alla cosiddetta medicina difensiva, perché spesso i medici prescrivono esami che magari non sono completamente necessari per via delle possibili conseguenze medico legali”. Su questo, ha proseguito, "stiamo lavorando insieme al ministro della Giustizia per cercare finalmente anche di ridurre quelli che sono i rischi legati alla medicina difensiva che pesa nella nostra nazione probabilmente una cifra importante, quasi 10 miliardi di euro l'anno. Se questi soldi potessero essere investiti risolveremo gran parte dei problemi della nostra sanità". Le richieste inappropriate invece pesano "almeno il 20%" sul totale, stima Schillaci: "Su questo noi vogliamo agire ovviamente di concerto con le Regioni. A breve l'Istituto superiore di sanità riaprirà il suo portale e lo renderà più efficiente per raccogliere le linee guida della società scientifiche, questo credo che possa andare in due direzioni: uno, dare certezza e sicurezza nella prescrizione degli esami e delle terapie e l'altro, rendere i medici meno vulnerabili a possibili denunce".

 

Il titolare del dicastero di Lungotevere Ripa, ricorda poi "i fondi ad hoc" stanziati per la riduzione delle liste d’attesa e l’aumento della "tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive a medici e infermieri e agli altri operatori sanitari". Oltre a questo, però, ha sottolineato, "dobbiamo rendere più efficiente tutto il sistema", ricordando che "lo scorso anno le Regioni hanno speso solo il 70% di ciò che era stato messo a disposizione per la riduzione delle liste d’attesa” e poi "dobbiamo avere un sistema di monitoraggio più efficiente e un cup regionale unico".

Schillaci infine si è detto sicuro che proprio per risolvere il problema delle liste d’attesa una mano d’aiuto arriverà dal privato accreditato: "Non vogliamo indebolire la sanità pubblica - ha chiarito -. Il privato accreditato da anni fa parte del sistema sanitario pubblico, noi abbiamo messo un incentivo importante per le prestazioni aggiuntive ai medici e agli operatori sanitari. Io spero che quindi più persone nel sistema sanitario nazionale cerchino di impegnarsi maggiormente all'interno del sistema stesso, dopodiché il privato accreditato in un momento come questo in cui c'è il problema delle liste d'attesa credo che vada unicamente a favore dei cittadini per cercare in qualche modo di sbloccare la situazione. Il cittadino che va in una struttura privata convenzionata - ha concluso - non paga nulla, come se andasse in una struttura pubblica".

 

 

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