Apnee notturne, male sottovalutato. Ma c'è un faro del Parlamento
Due proposte di legge in commissione alla Camera puntano l'attenzione su una sindrome che può essere invalidante. Gli esperti in audizione: "Formazione dei medici e diagnosi precoce per ridurne i danni"

L’apnea ostruttiva del sonno (Osas) è una sindrome molto diffusa e può causare conseguenze anche gravi all’organismo. Oltre a provocare, nel breve termine, sonnolenza, mancanza di lucidità, stanchezza e mal di testa può, infatti, favorire l’insorgere di malattie cardiovascolari come infarto, ischemie e ictus. Secondo la letteratura scientifica nel nostro Paese sono circa 7,5 milioni le persone affette da Osas e, tra queste, molti sono i bambini. Tuttavia, solo 400mila adulti hanno avuto una corretta diagnosi e, di questi, solo 250mila sono attualmente in terapia. Il 15% dei soggetti che soffrono di apnee notturne ha più di 40 anni e i sintomi principali sono il russamento e i microrisvegli, uno stress continuo che mette a rischio soprattutto l’apparato cardiaco.
Per le sue implicazioni sulla salute, si sta discutendo in commissione Affari sociali alla Camera di due progetti di legge dei deputati Massimiliano Panizzut (Lega Nord) e Carolina Varchi (FdI) che ne riconoscano la natura cronica e, nei casi più gravi, invalidante. Il dato più importante, evidenziato in audizione da Paola Pirelli, specialista in Ortognatodonzia, docente presso l'Università degli studi di Roma Tor Vergata, riguarda l’Osas pediatrica, che interessa tra l’1% e il 6% i bambini. “Se non adeguatamente trattato – ha sottolineato – può portare a irritabilità, iperattività, deficit d’attenzione e sonnolenza. Sintomi che spesso vengono confusi con altre patologie. Nel corso della mia esperienza ventennale, in Italia e all’estero, dobbiamo considerare non solo l’Osas conclamata ma anche la roncopatia, il russamento, che è il primo stadio verso l’evoluzione di una patologia grave”.
L’obesità, anche nella forma pediatrica, è uno dei principali fattori di rischio insieme alle anomalie craniofacciali e all’ipertrofia adeno-tonsillare. Una sindrome multifattoriale che richiederebbe, quindi, un approccio multidisciplinare sia nella diagnosi sia nella terapia. “Riconoscere la sintomatologia - ha proseguito Pirelli - significa individuare fin da subito la malattia e trattarla adeguatamente, ma per fare ciò occorre una formazione ad hoc per il personale sanitario, attualmente insufficiente. Indispensabile soprattutto per i medici di pediatria, odontoiatri e otorinolaringoiatri che sono le prime sentinelle”.
Sull’origine della sindrome Osas fin dal russamento ha concordato anche Fabrizio Salamanca, specialista in Otorinolaringoiatria, referente del Centro per la diagnosi e la cura della roncopatia alla Humanitas San Pio X, che ha aggiunto che un sistema diagnostico efficace potrebbe essere la sleep endoscopy. “Al momento non è possibile effettuarlo in tutte le strutture – ha sottolineato – e per questo sarebbe utile introdurlo nell’elenco degli strumenti diagnostici, si può fare in sedazione in ambulatorio e consente di capire quali sono le cause che portano al collasso delle prime vie aeree che provocano il russamento”. Una metodica che non gode del supporto finanziario e quindi non è presente ovunque.
Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di medicina del sonno dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, ha voluto sottolineare il rilevante costo della sindrome delle apnee notturne per il Ssn. “I pazienti Osas hanno il doppio dei costi sanitari mentre, se viene correttamente diagnosticata, si ha un risparmio sulle casse dello Stato enorme. Attualmente – ha proseguito – la sindrome delle apnee notturne non rientra tra i Lea e non è presente nel Piano nazionale delle cronicità e una mancanza di esenzione porta a un esborso economico importante per i pazienti”.
Una serie di criticità evidenziate dagli esperti chiamati a confrontarsi in commissione, che hanno portato la loro esperienza ultradecennale nel settore. Tra i dati emersi, e sottoposti ai deputati, soprattutto la necessità di una formazione di alto livello per i medici (erogata da università o società scientifiche) in modo che possano riconoscere tempestivamente la sindrome e arrivare a una diagnosi che faccia bene al paziente e riduca i costi per il Servizio sanitario. E inoltre prevedere anche una diversa organizzazione del sistema multidisciplinare per la diagnosi e il potenziamento di Centri diagnostici e di medicina del sonno sul territorio nazionale. Intanto, chi soffre di apnee ostruttive del sonno può provare a seguire comportamenti virtuosi che possano inibire la cronicità, vale a dire: perdere peso, smettere di fumare e fare un minimo di attività fisica. Il cuore ringrazierà.
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