Rapporto Istat, Italia spaccata in due nell'offerta socio-assistenziale
Su 414mila posti letto, sette ogni mille abitanti, il Nordest arriva a dieci, mentre il Sud si ferma a tre. Il 75% delle strutture è gestito da organizzazioni private. Campania maglia nera per la tutela degli anziani

È ancora un’Italia a due velocità quella che esce dal Rapporto Istat. Il divario nell’offerta di presidi assistenziali tra il Nord e il Sud – al primo gennaio 2022 – ci racconta di un Paese con una disponibilità di circa 414mila posti letto, sette ogni mille residenti, con un picco di dieci nel Nordest mentre al Sud il dato minimo si ferma a tre, con solamente l’11% dei posti complessivi.
Le 12.576 strutture socio-assistenziali che si occupano, a vario titolo, di persone in difficoltà danno lavoro a circa 341mila impiegati ai quali si sommano 31.500 volontari. Ma un altro dato del Rapporto Istat salta all’occhio: il 75% dei presidi assistenziali è gestito da organizzazioni di natura privata di cui il 51% è a carattere non profit.
L’offerta si differenzia anche per il tipo di servizio offerto. Infatti, nel Nordest e Nordovest si concentrano i servizi rivolti soprattutto agli anziani non autosufficienti (con punte del 73,8%), il doppio rispetto al Mezzogiorno. Al Centro le attività svolte riguardano anziani autosufficienti e adulti affetti da disagio sociale, mente al Sud gli assistiti sono in particolare persone con disabilità o patologie psichiatriche.
L’Istituto di statica scatta anche una fotografia sul tipo di ospiti assistiti in residenze socio-sanitarie: su oltre 356mila persone tre su quattro sono anziani, in particolare due terzi sono ultra-80enni, e in prevalenza sono donne, confermando nuovamente la tendenza della maggiore aspettativa di vita tutta al femminile. Il 75% superano i 65 anni mentre, mentre il 5% è composto da minori (ospitati in casa-famiglia). Maglia nera alla Campania dove, su mille residenti, solo quattro sono gli anziani ricoverati in Rsa rispetto al dato nazionale che si ferma a 19. Restano ancora insufficienti le strutture protette, le case-famiglia per donne vittime di violenza, e di queste poco più di 600 hanno chiesto assistenza per loro e per i figli minori.
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