20 Novembre 2023

Ancora troppo alti i tassi di infezioni correlate all'assistenza

I numeri dell'Iss: nel 2022 registrati oltre 6mila casi di Ica. Il basso tratto respiratorio, il sangue e le vie urinarie sono le aree dell'organismo più colpite

Di NS
Ancora troppo alti i tassi di infezioni correlate all'assistenza

Troppe infezioni correlate all’assistenza sanitaria. In Italia, gli ospedali rimangono un ricettacolo di pericoli e sono ancora alte le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici rilevate nei microrganismi ‘sorvegliati’, benché per alcune combinazioni microrganismo/antibiotico si continui a osservare un andamento in diminuzione. Cresce leggermente la prevalenza dei pazienti con una infezione correlata all’assistenza negli ospedali per acuti, mentre cala dopo il picco pandemico quella nelle terapie intensive. Sono questi i principali andamenti riscontrati dalle diverse sorveglianze gestite o coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità, resi noti oggi nel corso del convegno 'L’antibiotico-resistenza in Italia: stato dell’arte e risultati delle rilevazioni 2022-2023 sulle sorveglianze delle Infezioni correlate all’assistenza (Ica) e dell’antibiotico-resistenza'.

“La raccolta di dati affidabili è il primo passo indispensabile per la risoluzione di qualunque problema medico, e questo vale a maggior ragione per fenomeni complessi come le infezioni correlate all’assistenza e la resistenza agli antibiotici. Questo convegno – ha affermato il Commissario straordinario dell’Iss, Rocco Bellantone, in apertura dell’evento - è un’occasione per aumentare la consapevolezza del problema tra gli operatori sanitari e continuare a fare rete per migliorare l’implementazione del Piano Nazionale di contrasto”.

“Il tema della resistenza agli antibiotici va affrontato nella sua complessità ed è per questo che, nell’organizzazione della giornata di oggi, abbiamo voluto toccare alcuni degli aspetti più significativi per mettere a punto interventi efficaci – ha evidenziato Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss. Tra questi la sorveglianza, cioè la capacità di tracciare la circolazione dei microrganismi resistenti ed il loro impatto sulla salute, la ricerca in una prospettiva ‘One Health’ che è la base solida su cui si fonda l’innovazione e il progresso tecnologico in campo diagnostico, preventivo e terapeutico; i modelli organizzativi sul territorio, da cui dipende l’attuazione di qualsiasi piano che voglia guidare tutte le attività di contrasto”.

“Il tema della resistenza agli antibiotici non riguarda solo la salute umana, ma va visto in un’ottica ‘One Health’ - ha ricordato il direttore generale dell’Iss, Andrea Piccioli - una prova ulteriore di questa necessità vie e dai risultati preliminari del progetto ‘Sea Care’, coordinato dall’Iss con la Marina Militare. I nostri ricercatori a bordo dell’Amerigo Vespucci e di altre navi della Marina nel corso dei loro campionamenti hanno trovato i geni della resistenza in acque del Mediterraneo, dell’Oceano Atlantico, del Golfo Persico e persino dell’Oceano Artico”.

In Italia, i dati ottenuti nell’ambito del sistema di sorveglianza nazionale dell’antibiotico-resistenza Ar-Iss, condotto dall’Istituto superiore di sanità (Iss), che si basa su una rete di laboratori ospedalieri di microbiologia clinica, mostrano che nel 2022 le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli 8 patogeni sotto sorveglianza in generale si mantengono elevate. Tuttavia, per alcune combinazioni patogeno/antibiotico, in particolare Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi si continua a osservare un andamento in diminuzione rispetto agli anni precedenti (dal 33,2% nel 2015 al 24,9% nel 2022), mentre per Enterococcus faecium resistente alla vancomicina si osserva un continuo e preoccupante trend in aumento (la percentuale di isolati di resistenti alla vancomicina è passata dall’11,1% del 2015 al 30,7% nel 2022).

I numeri della sorveglianza nazionale delle batteriemie da enterobatteri resistenti ai carbapenemi (Cre), condotta dall’Iss, mostrano che, in Italia, nel 2022, sono stati diagnosticati e segnalati circa 3mila casi, confermando la larga diffusione delle batteriemie da CRE nel nostro paese, soprattutto in pazienti ospedalizzati. Nel 2022 l’incidenza dei casi segnalati è in aumento rispetto al 2021 (3056 casi contro 2396 nel 2021). Rispetto alle Infezioni correlate all’assistenza (Ica), a questa sorveglianza, coordinata dall’Iss e condotta dall’università di Torino, hanno partecipato 325 ospedali di 19 Regioni/Province autonome. In totale, sono stati raccolti dati su 60.404 pazienti. Considerando tutte le Ica, incluse le infezioni da Sars-CoV-2 trasmesse in ospedale, la media della prevalenza di pazienti con Ica nei singoli ospedali era dell’8,8%, mentre nella precedente rilevazione, che si riferisce al 2017, era dell’8,1%.

Su un totale di 6.340 Ica registrate, le tipologie di infezioni riscontrate con maggior frequenza erano: infezioni del basso tratto respiratorio (19,18%), infezioni del sangue (18,83%), infezioni delle vie urinarie (17,09%), Covid-19 (16,23%), infezioni del sito chirurgico (10,53%). Tra i vari fattori che incidono sulla prevalenza si segnalano la Regione/PA partecipante (dal 4,17% al 14,14%; le dimensioni dell’ospedale: 7,81%, 8,83% e 12,20% rispettivamente per ospedali piccoli (< 200 posti letto per acuti), medi (201 - 500 posti letto) e grandi (≥ 500 posti letto); la classe di età (Figura 7): dal 4,21% in età neonatale/pediatrica (≤ 18 anni) all’11,71% negli adulti sopra i 65 anni.

Sono stati poi presentati i risultati della nona edizione (2022-2023) del Progetto Spin-Uti - Sorveglianza attiva Prospettica delle Infezioni Nosocomiali nelle Unità di Terapia Intensiva (Uti), del Gruppo Italiano Studio Igiene Ospedaliera (GISIO) della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità pubblica (SItI). Nel corso di quest’ultima edizione, la sorveglianza ha incluso circa 4200 pazienti degenti in più di 60 UTI su tutto il territorio nazionale, da ottobre 2022 a luglio 2023. Dopo il picco del 24.5% osservato nella scorsa edizione 2020-21, l’incidenza di pazienti infetti diminuisce al 18.8% nel 2022-2023, così come l’incidenza di infezioni correlate all’assistenza (Ica) che diminuisce da 30.6 a 29,3 Ica per 100 pazienti. Analogamente, anche la mortalità in UTI ritorna sui livelli pre-pandemici (26,8% nel 2022-2023) rispetto al picco osservato nella precedente edizione 2020-21 (42,3%).

 

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