30 Novembre 2023

Pnrr, Gimbe: "Con le modifiche al Piano meno posti in terapia intensiva"

Secondo l'analisi comparata condotta dalla Fondazione sono state espunte 312 case di comunità e 74 ospedali di comunità, "col rischio penalizzazione per il Centro-Sud". I dettagli

Di NS
Pnrr, Gimbe: "Con le modifiche al Piano meno posti in terapia intensiva"

Luci e ombre sulla rimodulazione della Missione salute del Pnrr. E’ quanto emerge dall’analisi condotta dalla Fondazione Gimbe che ha comparato la proposta di revisione inviata dall’Italia a Bruxelles e il documento approvato lo scorso 24 novembre. In sintesi, aumentano i pazienti in assistenza domiciliare (+42mila) e gli assistiti in telemedicina (+100mila). Sono state espunte 312 case di comunità e 74 Ospedali di comunità, col rischio penalizzazione per il Centro-Sud. In più svaniscono 1.803 posti letto di area critica.

"Le modifiche approvate – spiega il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta – confermano le richieste di espungere varie strutture, ma i criteri e la distribuzione regionale al momento non son noti. Tuttavia, se ad essere espunte saranno le strutture da realizzare ex novo, saranno prevalentemente le Regioni del l Centro-Sud ad essere penalizzate". In dettaglio dovranno essere realizzate: 1.038 Case della Comunità, rispetto alle 1.350 iniziali (-312);  480 Centrali Operative Territoriali, rispetto alle 600 iniziali (-120); 307 Ospedali di Comunità, rispetto ai 381 iniziali (-74).

È previsto un incremento del target quantitativo, sia del numero di persone over 65 da prendere in carico in assistenza domiciliare (da almeno 800 mila a 842 mila), sia del numero di pazienti assistiti in telemedicina (da almeno 200 mila a 300 mila). "Un impegno – commenta Cartabellotta – indubbiamente condivisibile, in linea con le necessità di potenziare ulteriormente l’ADI e, soprattutto, di espandere l’utilizzo della telemedicina. La cui vera implementazione è tuttavia condizionata dall’inserimento delle varie prestazioni nei livelli essenziali di assistenza, che oggi includono solo la tele-neuroriabilitazione".
La rimodulazione prevede anche il differimento temporale del target relativo all’attivazione delle Centrali Operative Territoriali dal 30 giugno 2024 al 31 dicembre 2024 (+6 mesi).

Le altre modifiche approvate confermano la riduzione del numero di interventi di antisismica negli ospedali e prevedono una riduzione dei posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva. In dettaglio sono previsti: 84 Interventi di antisismica, rispetto ai 109 iniziali (-25); 2.692 Posti letto di terapia intensiva, rispetto ai 3.500 iniziali (-808); 3.230 Posti letto di terapia semi-intensiva, rispetto ai 4.225 iniziali (-995). "La rimodulazione al ribasso del numero di posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva – commenta il presidente – di ben 1.803 unità (ovvero 1 su 4) risulta poco comprensibile per almeno tre ragioni. Innanzitutto, non era prevista nella proposta di rimodulazione del 27 luglio 2023; in secondo luogo, riguarda un progetto già finanziato con i fondi del decreto rilancio; infine, il potenziamento di queste strutture rappresenta una misura chiave del nuovo piano pandemico". Considerato che si trattava di un “progetto in essere”, già finanziato con le risorse del decreto Rilancio (DL 34/2020), dal documento approvato dalla Commissione Europea non risulta in alcun modo se i posti letto 'svaniti' verranno comunque realizzati.

"L’aumento dei costi di realizzazione di opere preventivate in era pre-pandemica e antecedenti alla crisi energetica – conclude Cartabellotta – hanno reso inevitabile espungere un numero consistente di Case e Ospedali di comunità e Centrali operative territoriali. Considerato che la distribuzione regionale delle opere da edificare non è omogenea, è indispensabile trovare un meccanismo di perequazione per evitare di lasciare indietro le Regioni meridionali nel processo di potenziamento e riorganizzazione dell’assistenza territoriale, visto che tra gli obiettivi trasversali del Pnrr vi è proprio la riduzione delle diseguaglianze regionali. Il rifinanziamento di queste strutture – come ripetutamente dichiarato dalle istituzioni – con i fondi dell’ex. art. 20, oltre ad essere già stato ritenuto non applicabile dalle Regioni, non trova traccia nel documento approvato dalla Commissione europea. Sicuramente positivo l’aumento degli over 65 assistiti in ADI e in telemedicina. Sull’incomprensibile taglio ai posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva sarebbe opportuno che le istituzioni fornissero chiarimenti".

 

 

Le tabelle con e modifiche quantitative e i differimenti temporali delle scadenze

 

 

 

 

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