04 Dicembre 2023

Il Covid torna a far paura e le vaccinazioni sono al palo

Con la stagione invernale aumentano contagi e ricoveri. Limitato l'impatto sulle terapie intensive. La Foce: "Su base annua potremmo avere 15mila morti". E il ministero pensa di nuovo agli open day

Di U.S.V.
Il Covid torna a far paura e le vaccinazioni sono al palo

Il Covid torna a far tremare la sanità italiana. Certo, la gravità media dei contagi è nettamente inferiore rispetto al periodo pandemico più duro, non a caso si riempiono più i reparti ordinari che le terapie intensive degli ospedali. Eppure il fenomeno non va preso sottogamba. La rilevazione fatta sui nosocomi sentinella della Fiaso, la Federazione delle aziende sanitarie italiane, mostra che soltanto nell’ultima settimana i ricoveri per il Sars-CoV2 sono cresciuti addirittura del 25,3%, ma solo il 3% degli ospedalizzati è assistito in terapia intensiva. Appena un paziente su quattro, inoltre, è ricoverato per Covid, ossia con sindrome respiratoria e polmonare, mentre tre quarti dei pazienti sono in cura per altre patologie e sono stati trovati positivi al Coronavirus. “L'età media dei pazienti rimane elevata, pari a 76 anni – spiega il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore – questo evidenzia come il Covid in questa fase sia pericoloso soprattutto per anziani affetti da altre patologie che il virus contribuisce ad aggravare. Di contro, la campagna vaccinale registra ancora una adesione molto bassa: a essersi vaccinati poco più di un milione di persone”.

Il vulnus della scarsa adesione della popolazione alla proposta di immunizzazione è rilevato pure dalla Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi (Foce), secondo cui solamente il 7% degli over 70 è stato vaccinato contro il virus, mentre tra fragili e malati la percentuale scende ancora. Il presidente Francesco Cognetti chiarisce: “Nonostante vi siano ben 7 milioni e mezzo di dosi già disponibili da circa due mesi e molte altre in arrivo, in tutto il Paese le vaccinazioni sono state solo circa un milione, con le Regioni del Sud e il Lazio che fanno registrare numeri molto bassi". Per Foce pesa un problema legato alla “completa assenza di qualsiasi programmazione ed organizzazione, da parte del sistema di prevenzione del nostro Paese”. Inoltre il quadro è aggravato, secondo Cognetti, dalla “diffusione, purtroppo anche da parte di alcune autorità sanitarie del Paese, di messaggi confusi e spesso contraddittori sulle dimensioni del contagio e sulla sua letalità, quindi con l'effetto di ulteriormente demotivare e scoraggiare una popolazione già parzialmente restia”. Infine, arriva dall’esperto il numero previsionale più inquietante: “Questa settimana la mortalità per Covid è ulteriormente aumentata del 24% rispetto alla settimana precedente con una proiezione su base annua di più di 15mila morti”.

L’aumento dei contagi era comunque scontato, in ragione dell’arrivo della stagione invernale. Tuttavia, anche dalle parti del ministero della Salute hanno capito che è il momento di agire. È stata infatti convocata domani una cabina di regia straordinaria per dare impulso alle vaccinazioni. Il direttore generale della Prevenzione del dicastero, Francesco Vaia, accarezza l’idea di rilanciare gli open day nazionali, naturalmente orientati soprattutto verso anziani e fragili. Sarebbero numerose le varianti circolanti, per cui è più semplice contrarre il virus anche se si è immunizzati o comunque resistenti a una o ad alcune di esse. Non a caso lo stesso Vaia pochi giorni fa aveva avvisato: “I dati confermano sostanzialmente l'andamento previsto rispetto alla stagionalità. Rinnoviamo l'appello alle Regioni ad intensificare gli sforzi organizzativi e a predisporre open day nei quali offrire libero accesso senza prenotazione per le vaccinazioni”.

 

 

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