Vulvodinia: ne soffre una donna su sette, ma la malattia non è inserita nei Lea
Dal 2022 giacciono in Parlamento due testi e ora il deputato Francesco Maria Rubano (FI) rilancia la battaglia per arrivare a un'approvazione veloce. Il parere degli esperti

La vulvodinia torna all'attenzione del Parlamento, dove dal 2022 giacciono due provvedimenti per il riconoscimento di questa patologia come cronica e invalidante nei Livelli essenziali di assistenza del Sistema sanitario nazionale. Su iniziativa del deputato di Forza Italia, Francesco Maria Rubano, esperti e associazioni si sono dati appuntamento alla Camera proprio per confrontarsi su una malattia che comporta dolore alla vulva, intermittente o continuo, e che colpisce soprattutto le giovani donne.
Il problema è ancora spesso trascurato nella diagnosi e nelle cure che pure ci sono. Eppure la vulvodinia colpisce una donna su sette in ogni età, ma soprattutto tra i 20 e i 40 anni, e rende difficile avere una vita sessuale e sociale normale.
La richiesta che viene da medici e associazioni di pazienti (Comitato Vulvodinia e VulvodiniaPuntoinfo Onlus) è quella appunto di inserire questa patologia nei Lea e promuovere in ogni regione un centro specializzato. Misure che sono inserite nei due provvedimenti bipartisan, depositati nel 2022 rispettivamente alla Camera e al Senato, ma che non sono state ancora esaminate dai due rami del Parlamento.
Il promotore dell'iniziativa a Montecitorio Rubano spiega a Nursind Sanità che l'obiettivo di oggi è "ascoltare per conoscere e raccogliere le istanze dei medici e dei pazienti. Ora - continua il deputato azzurro - intendo puntare a un iter legislativo veloce per le proposte depositate, questo è l'impegno che mi sono preso e che sarà senz'altro condiviso dai colleghi di ogni schieramento".
Alla Camera Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e sessuologia all'Ospedale San Raffaele Resnati di Milano, ha spiegato che il dolore può interessare diverse aree della vulva. Si tratta di "un dolore assolutamente reale che va tempestivamente diagnosticato con competenza, non va banalizzato e negato, come a volte viene fatto anche da medici non esperti. La sfida è intercettarlo al più presto e mettere in campo terapie adeguate", sottolinea.
Altro esperto intervenuto alla Camera è stato Filippo Murina, responsabile Servizio di Patologia del tratto genitale inferiore presso l'Ospedale Buzzi di Milano, che conferma come questa patologia colpisca "soprattutto le giovani donne con bruciore a volte insopportabile, sensazione di puntura di spillo, difficoltà ad avere rapporti sessuali". Inserire la vulvodinia nei Lea è importante perché permette alle malate di accedere a "esenzioni, copertura di una serie di trattamenti" e sopperire alla "mancanza di centri specializzati nell'ambito della sanità pubblica". Per questo per Murina "è cruciale far ripartire l'iter delle proposte depositate ormai due anni fa, in modo da rendere accessibili davvero le cure su tutto il territorio nazionale".
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