17 Gennaio 2024

Fascicolo sanitario elettronico, il Parlamento spinge sulla digitalizzazione

La Lega con una risoluzione chiede di accelerare il processo. La deputata Loizzo a Nursind Sanità: "E' un tema condiviso con gli alleati e le opposizioni". Ecco i dati sull'impiego del Fse e l'impegno contenuto nel Pnrr

Di Marta Tartarini

Rendere i dati sanitari più accessibili per la ricerca pubblica e spingere sulla diffusione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse), che ha un'applicazione a macchia di leopardo sul territorio nazionale. La Lega ha presentato una risoluzione alla Camera, su cui ieri è iniziata la discussione in commissione Sanità, chiedendo una accelerazione appunto in materia di digitalizzazione. "E' un tema condiviso anche da FdI e Forza Italia e credo che sarà possibile un dialogo costruttivo pure con le opposizioni", dice a Nursind Sanità la prima firmataria Simona Loizzo.

Ieri si è deciso di procedere con diverse audizioni, perché spiega la parlamentare, "crediamo sia utile sentire il Ministero della salute, l’Istituto superiore di sanità, l’Agenas, l’Istat, alcune associazioni dei pazienti e il Garante per la protezione dei dati personali. Penso che entro la primavera possiamo approvare questo documento e accelerare quindi sulla digitalizzazione della sanità che è un obiettivo a cui lavoro ad ampio raggio da presidente dell'Intergruppo parlamentare Sanità e Terapie Digitali". Nel dettaglio, la risoluzione punta a "stimolare il governo ad andare oltre la mera istituzione del Fascicolo sanitario elettronico, garantendo che l’accesso ai dati sanitari da parte dei ricercatori e degli operatori del settore sia effettivamente libero".

Un problema sui dati, a sentire Loizzo, c’è: "Serve una battaglia democratica per la loro accessibilità, in maniera ovviamente anonima e protetta, ai fini della ricerca altrimenti rimarremo schiavi delle banche dati private e a pagamento", spiega.
Nel testo si sottolinea infatti che "i dati sanitari sono una risorsa di grande valore. La raccolta e l'utilizzo consentono di intercettare i trend di salute, di perfezionare i percorsi di cura e di presa in carico e di supportare gli investimenti in nuove terapie".
Per la Lega poi questa accessibilità e uniformità andrebbe garantita non solo a livello nazionale, ma anche europeo. Un'azione richiesta al governo è proprio quella di "sostenere nelle competenti sedi l'istituzione dello spazio europeo dei dati sanitari e la definizione di una normativa in grado di sfruttare pienamente il potenziale dei dati sanitari, tutelando al tempo stesso il consenso, la privacy e la sicurezza dei cittadini".

Sul Fse, comuqnue, la situazione è sconfortante. Come riferisce Loizzo, a monitorare trimestralmente l’impiego del Fascicolo tra medici, Asl e cittadini è l’Agenzia per l’Italia digitale. E i dati non sono incoraggianti: per quanto riguarda i medici risulta che nel secondo trimestre del 2023 solo in Lombardia, Sardegna, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna e Trento il 100% dei medici ha utilizzato il Fse nei tre mesi precedenti, mentre in alcune Regioni come Basilicata, Calabria, Campania, Lazio e Liguria il suo ricorso è fermo allo 0%.
Di contro, però, c’è un impegno preciso previsto dal Pnrr e che la risoluzione richiama. Il Piano stanzia, infatti, 1,38 miliardi di euro "destinati sia al potenziamento dell'infrastruttura sia alla formazione dei medici per l'impiego del Fascicolo stesso". La tabella di marcia prevede che, entro il mese di giugno 2026 "tutte le regioni italiane dovranno utilizzare a regime il Fse". È vero che alla stato attuale l'utilizzo del fascicolo, come si legge nel documento, "è fortemente limitato dalla carenza di infrastrutture, dall'assenza di interoperabilità tra i sistemi informativi di regioni e Ssn e dalla scarsa conoscenza e utilizzo da parte di clinici e pazienti". Ma, secondo la deputata della Lega, l'obiettivo indicato dal Pnrr resta ancora "raggiungibile".

 

LA RISOLUZIONE

 

 

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