Assistenza anziani, il governo stanzia un miliardo per il Piano
Approvato in Cdm il decreto legislativo in attuazione della legge delega del marzo scorso. Schillaci: "Prevede interventi per prevenire la fragilità e promuovere la salute e l'invecchiamento attivo"

E’ di un miliardo la cifra stanziata dal governo per il Piano di assistenza agli anziani, una riforma "strutturale", come l’ha definita il viceministro del Lavoro, Maria Teresa Bellucci, dopo il via libera oggi in via preliminare in Cdm del decreto legislativo in attuazione della legge delega 53 del marzo scorso. Si tratta di uno schema di decreto "in materia di invecchiamento attivo, promozione dell’inclusione sociale e prevenzione della fragilità; assistenza sociale sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti; politiche per la sostenibilità economica e la flessibilità dei servizi di cura e di assistenza a lungo termine per le persone anziane e per le persone anziane non autosufficienti".
Nel provvedimento, quindi, spazio alla promozione di politiche attive, dei rapporti intergenerazionali (attraverso crediti formativi in raccordo con scuole e università), ma anche al turismo e all’attività fisica. Naturalmente, capitoli centrali sono l’assistenza sanitaria e socio sanitaria. Proprio il ministro della Salute Orazio Schillaci, interrogato sul tema al Senato, durante il question time, ha sottolineato come il decreto – sul quale sarà acquisita l’intesa della Conferenza unificata -, tra le misure a sostegno della persona anziana, "prevede interventi per prevenire la fragilità e promuovere la salute e l’invecchiamento attivo anche nei luoghi di lavoro, per favorire l’inclusione sociale e la mobilità. Inoltre, al fine di consentire il mantenimento delle migliori condizioni di vita delle persone anziane presso il proprio domicilio - ha aggiunto - viene promosso l’impiego di strumenti di sanità preventiva e di telemedicina". Sulla stessa linea di Bellucci che ha definito "un pilastro fondamentale" della riforma proprio la casa quale "primo luogo di cura".
Spazio, come detto al dialogo intergenerazionale: per incentivarlo, ha spiegato Schillaci, "sono contemplate iniziative di incontro tra studenti e persone anziane nelle istituzioni scolastiche e nelle università, progetti di servizio civile a favore delle persone anziane, attività fisica e sportiva e benessere psicologico, favorendo la relazione con animali d’affezione".
Sul fronte più strettamente sanitario, invece, "vengono previsti il riordino, la semplificazione e il coordinamento delle attività di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti - ha aggiunto - mediante la valutazione multidimensionale unificata (VMU) per l’accesso ai servizi sociali e sociosanitari, mediante i punti unici di accesso (Pua), che hanno sede operativa presso le case della comunità". Ma il decreto contempla anche “il diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative”, oltre che alla “prestazione universale” e definisce pure “gli standard formativi per il percsonale addetto all’assistenza". Per l’attuaizone di queste inziiative, ha infine spiegato il ministro, "vengono messe a disposizione risorse finanziarie pari a circa 1 miliardo di euro".
Ecco nel dettaglio tutte le misure di competenza del ministero della Salute:
Articolo 4: congiuntamente al Dipartimento per le politiche della famiglia, realizzazione di periodiche campagne istituzionali di comunicazione e sensibilizzazione in materia di invecchiamento attivo; adozione, di concerto con i Ministri del lavoro delle politiche sociali, per la famiglia, la natalità e le pari opportunità e per le disabilità, delle linee di indirizzo nazionale per la promozione dell’accessibilità delle persone anziane ai servizi e alle risorse del territorio.
Articolo 9: promozione dell’utilizzo degli strumenti di sanità preventiva e di telemedicina, per consentire il mantenimento delle migliori condizioni di vita della persona anziana presso il proprio domicilio.
Articolo 13: introduzione di misure volte a incentivare la relazione con gli animali d’affezione, nella prospettiva di tutela del benessere psicologico dell’anziano, promuovendo l’accesso degli animali nelle strutture residenziali e prevedendo specifiche agevolazioni per l’adozione di animali domestici.
Articolo 26: integrazione tra servizi sanitari, sociosanitari e sociali, promuovendo la collaborazione attiva tra Ambiti territoriali sociali, Aziende sanitarie e distretti sanitari.
Articolo 27: accesso ai servizi sociali e sociosanitari attraverso i Punti unici di accesso (PUA), che coordinano e organizzano l’attività di valutazione dei bisogni e di presa in carico della persona anziana (valutazione multidimensionale unificata - VMU). In particolare, si definisce l’ambito di applicazione della disciplina individuando gli Ambiti territoriali sociali e stabilendo i requisiti che devono essere posseduti dall’anziano per accedere ai servizi dei PUA secondo criteri di priorità definiti di concerto con i Ministri del lavoro e delle politiche sociali e per le disabilità.
Articolo 28: istituisce la valutazione multimediale unificata come strumento scientificamente validato, informatizzato e digitale, i cui risultati sono resi disponibili su piattaforme interoperabili, al fine di promuovere la semplificazione e l’integrazione delle procedure di accertamento e valutazione della condizione di persona anziana.
Articolo 29: gli Ambiti territoriali sociali, le Aziende sanitarie e i distretti sanitari, nell’ambito delle rispettive competenze, provvedono a garantire l’attivazione degli interventi definiti dal progetto di assistenza individuale integrato, finalizzati ad attuare concretamente la prosecuzione della vita in condizioni di dignità e sicurezza mediante prestazioni coordinate di cure domiciliari di base e integrate. Le prestazioni sono sottoposte a monitoraggio, tramite apposito Sistema Informativo (SIAD), che si avvale anche delle informazioni e dei dati derivanti dall’integrazione dei flussi del Sistema informativo unitario dei servizi sociali (SIUSS). Si prevede, inoltre, che con decreto del Ministro della Salute, di concerto con i Ministri del lavoro e delle politiche sociali e per le disabilità, siano definite le Linee guida nazionali per l’integrazione operativa degli interventi sociali e sanitari previsti nei servizi di cura e assistenza domiciliari e per l’adozione di un approccio continuativo e multidimensionale della presa in carico della persona anziana non autosufficiente e della sua famiglia, ferma restando la competenza legislativa regionale per la definizione delle procedure per l’accreditamento dei servizi di assistenza domiciliare socioassistenziale.
Articolo 31: disposizioni per garantire, nell’ambito dell’assistenza residenziale e semiresidenziale, i trattamenti riabilitativi in favore delle persone anziane con disabilità psichiche e sensoriali, previa valutazione multidimensionale unificata e stesura del progetto riabilitativo individuale.
Articolo 32: prevede che l’accesso alle cure palliative sia garantito, tramite la rete nazionale e le reti regionali e locali delle cure palliative, a tutti i soggetti anziani non autosufficienti affetti da patologia evolutiva ad andamento cronico ed evolutivo, per le quali non esistono terapie o, se esistono, sono inadeguate o inefficaci ai fini della stabilizzazione della malattia o di un prolungamento significativo della vita.
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