Dengue, Schillaci: "Sono 48 i casi in Italia, tutti importati. Nessun allarme"
Il ministro interviene in Aula al Senato e prova a tranquillizzare anche sull'autonomia differenziata: "Non mette in discussione l'unitarietà del diritto alla tutela della salute"

Nessun allarme riguardo la patologia virale "Dengue". A tranquillizzare è il ministro della Salute, Orazio Schillaci. Interrogato in Aula al Senato durante il question time, infatti, ha spiegato che "la situazione in Italia è sotto controllo, siamo allertati e stiamo facendo tutto ciò che è necessario". Il ministro ha ricordato la circolare ministeriale del 14 febbraio che comprende "disposizioni al fine di attuare immediatamente e con prontezza tutte le misure previste dal Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025, con riferimento specifico alla 'Dengue' e alla prevenzione dell’introduzione della zanzara 'Aedes Aegypti', principale vettore della malattia ed attualmente non ancora presente in Italia. Ciò si è reso necessario per poter fornire pronta risposta all’aumento dei casi globali di Dengue, soprattutto in Centro-Sud America, e all’approssimarsi della stagione delle piogge nella fascia tropicale, per garantire una maggiore sensibilizzazione nei riguardi dell’adesione alle necessarie misure di prevenzione".
L'Italia, ha sottolineato Schillaci, è "il primo Paese europeo che ha posto in essere immediatamente le misure di prevenzione della 'Dengue' attraverso l’azione del ministero della Salute e dei dipendenti Uffici periferici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera USMAF-SASN, collocati nei principali porti ed aeroporti italiani". La sorveglianza degli eventuali casi importati "si estende per tutto l’anno, con la raccomandazione alle Regioni di potenziare il sistema di sorveglianza nel periodo di maggiore attività vettoriale, in termini di tempestività e sensibilità, per permettere l’identificazione rapida dei casi sospetti, ai fini dell’adozione immediata delle necessarie misure di controllo per ridurre ogni rischio di trasmissione autoctona". Nel complesso, ha spiegato il ministro, nel 2023 "sono stati registrati 362 casi di Dengue, 82 dei quali autoctoni (questi dati sono in via di consolidamento). Per il corrente anno sono stati identificati, al 21 febbraio 2024, nel territorio nazionale 48 casi confermati di 'Dengue', tutti importati. Alla luce della panoramica illustrata non posso che ribadire - ha concluso - che la situazione in Italia oggi non risulta allarmante".
Ma non è il "Dengue" l'unico fronte sul quale il ministro prova a infondere sicurezza. Lo fa anche affrontando il tema caldo e divisivo dell'autonomia differenziata che, ha affermato, "non mette in discussione l’unitarietà del diritto alla tutela della salute, ai sensi dell’articolo 32 della Costituzione, come diritto e prerogativa di cittadinanza, così come declinato attraverso i Livelli essenziali di assistenza, ma rappresenta un potenziamento della facoltà delle Regioni di modulare la propria organizzazione dei servizi sanitari nel rispetto dei Lea secondo le condizioni previste in attuazione dell’art. 116 della Costituzione".
Il titolare del Dicastero di Lungoteve Ripa, quindi, in merito alle differenze regionali nelle cure, ha aggiunto: "Ho pieno rispetto delle valutazioni Svimez che da molti anni fotografano una innegabile situazione di difficoltà delle regioni del Sud e vi posso garantire che non mancano gli sforzi per assicurare una piena attuazione dei Lea, indipendentemente dalla riforma sull’autonomia differenziata. Mi chiedo però se dove vengono mosse le accuse di privatizzazione o di misure inconsistenti, siano gli stessi che invece di lavorare per l’abbattimento dei tetti di spesa per assumere personale hanno preferito negli anni precedenti che proliferassero le cooperative dei medici a gettone. Io rivendico per questo governo lo stop ai medici a gettone. Il blocco dei tagli, è di questo governo. Lo stanziamento di risorse per gli aumenti nei rinnovi contrattuali, è un altro punto. Potevamo fare di più? Ovviamente sì. Stiamo lavorando per farlo. Lasciate stare però le ovvietà di alcuni opinionisti: perché la visione di cui avete dubbi si realizza con la riorganizzazione delle strutture, con l’abolizione dei tetti di spesa, con lo scudo penale, con gli aumenti salariali, con gli incentivi per gli specializzandi".
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