05 Marzo 2024

"Dengue? Ora serve un'azione corale di cittadini e istituzioni"

Il virologo Pregliasco a Nursind Sanità: "Le zanzare aumentano e si destagionalizzano. Tutti dobbiamo dare una mano". Allarme rosso in Sud America. Cresce l'ansia in vista dell'estate

Di Ulisse Spinnato Vega
"Dengue? Ora serve un'azione corale di cittadini e istituzioni"

In America Latina è allarme rosso, mentre in Italia cresce la preoccupazione, soprattutto in vista dell’estate. La febbre Dengue non fa dormire sonni tranquilli alle autorità sanitarie di una bella fetta di mondo: il Brasile, nei primi due mesi dell’anno, ha già superato il milione di contagi con 258 morti, l’Argentina sta affrontando la peggiore epidemia della sua storia con oltre 57mila casi nel 2024 e 38 decessi, tra cui un neonato e due adolescenti, mentre anche in Perù è stato dichiarato lo stato d’emergenza. Tutta l’America del Sud guarda con ansia alle prossime settimane e ai prossimi mesi, ma la malattia è arrivata pure negli Stati Uniti per colpa del vettore specifico, ossia la zanzara Aedes aegypti.

Il Bel Paese ha alzato il livello di allerta alle frontiere, prendendosi il plauso delle stesse istituzioni brasiliane. Da noi la trasmissione passa attraverso la zanzara Tigre, ma comunque da metà febbraio con una circolare ministeriale sono stati aumentati i controlli sui voli provenienti dall’America Latina. Il titolare della Salute, Orazio Schillaci, ha invitato alla calma e ha spiegato che “è tutto sotto controllo”. Il suo sottosegretario, Marcello Gemmato, in Parlamento ha invece richiamato l’attenzione sulla sezione informativa dedicata alle malattie infettive, con un focus specifico sulla Dengue, presente sul sito web del dicastero di Lungotevere Ripa.    

Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio, parlando con Nursind Sanità si appella alla coesione, pur senza allarmi: “Giusta questa cautela su arrivi e bonifiche. Ora tocca a noi come cittadini e alle istituzioni mettere in campo un’azione corale, visto che le zanzare aumentano e, per così dire, si destagionalizzano. Da una parte i Comuni hanno in carico le attività di disinfestazione, ma dall’altra anche noi possiamo fare più attenzione: un tempo le zanzare vivevano solo in zone rurali, oggi basta uno pneumatico abbandonato o il nostro sottovaso in balcone pieno d’acqua ed ecco che gli insetti si presentano puntuali”.  

Secondo Iss, nella stagione vettoriale 2023 si sono registrati 362 casi di Dengue, 82 dei quali autoctoni. Per Pregliasco “di fatto la patologia è già normalmente debordata con piccoli focolai in Veneto, Lazio e Lombardia, legati a qualche zanzara arrivata qui via aereo o, più probabilmente, a qualcuno che inconsapevolmente si è fatto pungere e ha diffuso il virus nel contesto ambientale”. Un’estate 2024 che è attesa essere molto calda potrebbe generare maggiori rischi di epidemia. Gli esperti prevedono un boom della vendita di prodotti anti-zanzare, mentre le immunizzazioni restano consigliate esclusivamente per chi va a visitare i Paesi più colpiti. Pregliasco chiosa: “Lo scenario del vaccino non cambia. Serve per chi va in zone con milioni di casi. Peraltro, quelli registrati sono sempre la punta dell’iceberg, perché la gran parte delle forme è asintomatica o paucisintomatica con febbre, mal di testa o magari un po’ di dolore agli occhi”.

In effetti, secondo le statistiche, l’80% delle infezioni non presenta sintomi. Di tutti i casi sintomatici, invece, appena due su cento vanno incontro a conseguenze gravi con emorragie, complicanze a livello cardiaco, respiratorio, epatico o del sistema nervoso centrale. L’unica criticità riguarda l’assenza di una terapia specifica. Va chiarito comunque che l’uomo è sì il principale ospite del virus e il sangue rimane infetto per un periodo tra due o tre giorni e una settimana, ma la malattia non si trasmette direttamente da persona a persona.



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