Virus sinciziale, nasce l'alleanza che punta alla prevenzione nei bambini
Nel primo anno di vita si stimano in Italia 230mila casi. Presentato a palazzo Madama un manifesto con 5 azioni per spingere le immunizzazioni. L'impegno del senatore Zullo (FdI) a portare "la questione a livello parlamentare"

Ogni anno in Italia la stagione epidemica di virus respiratorio sinciziale (RSV) comporta, secondo le stime, nella sola coorte di bambini nel primo anno di vita (400mila nati), oltre 230mila eventi sanitari che richiedono l'attenzione medica, tra cui più di 15mila ricoveri e circa 16 decessi ogni anno.
A livello globale, l’RSV è la principale causa di assistenza medica, ambulatoriale e ospedaliera per infezione respiratoria nei bambini di età inferiore ad un anno. Una priorità di sanità pubblica per rispondere alla quale è nata l’Alleanza per una infanzia libera dall’RSV. Società scientifiche, associazioni di pazienti, Federazioni, economisti e Istituzioni (Sin, SitI, Sip, per citare alcuni dei soggetti aderenti) hanno infatti presentato oggi in Senato il Manifesto "Respirare per crescere - Alleati per un’Infanzia libera dal RSV", frutto di un lavoro multidisciplinare svolto negli scorsi mesi e sostenuto da Sanofi.
Oggi, grazie alla ricerca si può contare anche in Italia, sulla forma di immunoprofilassi passiva offerta dagli anticorpi monoclonali di nuova generazione la cui sicurezza ed efficacia e il cui impiego come nuovo strumento di prevenzione dell’RSV a disposizione della sanità pubblica sono stati ampiamente riconosciuti dalla comunità scientifica. Nella stagione RSV tutt’ora in corso non mancano in Europa esempi di implementazione di successo di questa nuova strategia di immunoprofilassi passiva per tutti i neonati e bambini alla loro prima stagione RSV. In molti paesi europei sono stati già emanati dalle autorità sanitarie centrali dei documenti di indirizzo in tal senso. Non sono mancate, negli scorsi mesi, le prese di posizione e gli appelli da parte del mondo scientifico affinché anche in Italia si possa implementare, con gli strumenti oggi disponibili e con un indirizzo comune ed uniforme sul territorio, un bisogno di sanità pubblica ancora insoddisfatto come l’RSV, riducendo gli impatti per il nostro Ssn e le disparità a livello regionale. Di qui l’impegno della nuova Alleanza, il cui gruppo di lavoro multidisciplinare ha delineato le cinque azioni che è necessario incrementare quanto prima, dall’informazione all’aggiornamento del calendario vaccinale fino all’implementazione di campagne di immunizzazione per la prevenzione dell’RSV nei bambini nella stagione 2024/2025.
Un manifesto presentato su iniziativa del senatore FdI, Ignazio Zullo, che ha garantito il suo impegno a portare "la questione a livello parlamentare e ad utilizzare gli strumenti legislativi messi a disposizione dei decisori politici quanto della cittadinanza, per far sì che, ben presto, l’immunizzazione passiva sia resa disponibile a tutti i nuovi nati nel nostro Paese". L’integrazione degli anticorpi monoclonali destinati all’intera coorte di bambini, infatti, ha evidenziato Zullo, "può ridurre, non solo il numero di accessi nelle strutture e, quindi, il numero di infezioni medio-gravi, ma anche i costi associati ai ricoveri ospedalieri e alle terapie adottate".
La spesa, appunto: in termini di impatto economico sul Servizio sanitario nazionale, la spesa associata alla gestione delle forme medicalmente assistite di RSV, nonché alla gestione delle sue complicazioni risulta essere pari a circa 64 milioni di euro/annui di costi diretti. Inoltre, vanno considerati i costi indiretti determinati dalla perdita di produttività per morte prematura (16 decessi correlati al RSV), che risultano pari a circa 3 milioni di euro, nonché i costi aggiuntivi dell’attuale profilassi effettuata ai soggetti ad alto rischio (circa 13.000 bambini, 4,4% della corte di nascita), pari a circa 43 milioni di euro (nella stagione 2022/2023).
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