Non autosufficienza: il Cdm vara il decreto attuativo, timori sui costi
Il governo dà il via libera alla riforma che promette un approccio multidimensionale a favore dell'invecchiamento attivo. Dal 2025 parte l'assegno da 850 euro al mese, ma il Tesoro drizza le antenne sulla spesa

Ancora nubi si addensano sulla riforma in tema di non autosufficienza. Ieri è arrivato il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legislativo 'Disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane', provvedimento che attua la legge delega 33 del 2023. E la viceministra del Lavoro, Maria Teresa Bellucci, titolare del dossier, ha commentato a caldo: “Raggiungiamo un altro obiettivo Pnrr e soprattutto saniamo oltre 20 anni di attesa. Una riforma fondamentale per l’Italia, che è la prima nazione in Europa per numero di anziani, la seconda al mondo. Grazie a questa riforma inizieremo a poter dare certezza alle persone anziane in termini di miglioramento della qualità della vita, della possibilità di scongiurare l’isolamento, la solitudine, di semplificare l’accesso ai servizi e di poter promuovere questa stagione della vita in maniera dignitosa”.
C’è tuttavia un problema di risorse economiche. Va detto che le norme promettono un approccio olistico, anzi multidimensionale, a supporto dell’invecchiamento attivo e della prevenzione della fragilità nelle persone anziane, tenendo in conto gli aspetti sanitari, socio-sanitari, relazionali, affettivi e culturali. Il ridisegno vuole quindi contrastare l’isolamento, potenziare l’educazione alla salute, la telemedicina, il senior cohousing e il cohousing intergenerazionale, lo sviluppo del turismo del benessere e del turismo lento. L’accesso ai servizi dovrebbe avvenire attraverso i Pua (Punti unici di accesso) nelle Case di comunità previste dallo stesso Pnrr. La platea è potenzialmente molto ampia: 3,8 milioni di soggetti (compresi i disabili divenuti anziani) su circa 14 milioni di over 65. Con una proiezione che parla di 4,4 milioni di non autosufficienti nel 2030 e 5,4 milioni al 2050.
Ma l’obiettivo più ambizioso del governo è quello di rivedere completamente l’attuale indennità di accompagnamento nell’ambito della definizione di una prestazione universale per la non autosufficienza. Al momento, però, vista la penuria di risorse, è stata prevista una cifra mensile di 850 euro, già tagliata rispetto ai mille euro ventilati inizialmente, aggiuntiva rispetto ai 531,76 euro dell’accompagnamento stesso e spendibile solo in servizi certificati alla persona. Lo stanziamento complessivo è di 500 milioni sul biennio 2025-2026, per una platea di beneficiari che tuttavia non dovrebbe superare le 30mila persone.
Malgrado ciò, come riportato oggi da La Stampa, peserebbero le perplessità da parte del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, preoccupato dei costi della misura. In un primo momento il sostegno era limitato agli over 80 con 6mila euro di reddito Isee, ma una modifica aveva poi abbassato l’asticella a 70 anni, una soglia che adesso sembra tornare in discussione. In più il rischio di frodi e dichiarazioni infedeli sul reddito preoccupa il Tesoro, che teme l’indebito allentarsi dei paletti per l’erogazione del contributo. Dal 2025 si tratterà, dunque, di monitorare la spesa con grande attenzione.
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