Carenza farmaci: il governo minimizza, ma c'è timore per 30 prodotti
Il sottosegretario Gemmato replica a una nuova interrogazione del Pd: "Nella maggior parte delle situazioni gli equivalenti garantiscono le cure". Tuttavia rimane la preoccupazione per decine di medicinali

La carenza di farmaci torna all'attenzione di Montecitorio con il governo che rassicura sugli interventi messi in campo. "Non posso non evidenziare che la disponibilità sul mercato nazionale di farmaci equivalenti permette, nella maggior parte delle situazioni, di garantire comunque ai cittadini l'accesso alle cure", sottolinea il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, rispondendo a una interrogazione di Ilenia Malavasi del Pd, discussa ieri in commissione Affari sociali della Camera.
Il rappresentante del governo aveva già affrontato il tema il mese scorso. Il testo dem adesso evidenzia come “sono 399 i farmaci carenti per i quali l'Aifa può autorizzare l'importazione, 2.577 quelli che si possono sostituire con prodotti equivalenti e per altri 524 è disponibile un trattamento terapeutico alternativo”. In sostanza Malavasi osserva che "tra sostituzioni e cambi vari, sono circa 300 le reali carenze di farmaci, 30 quelli che presentano maggiore criticità" che riguardano "antibiotici, alcuni antitumorali, antidiabetici, alcuni farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale". In particolare nel testo si citano l’Accofil, usato per stimolare la produzione di globuli bianchi in situazioni come infezioni avanzate da Hiv o in pazienti con leucemia in attesa di trapianto di midollo, l'Edevixin per gli shock renali, l'antibiotico Zinnat, il Creon per la cura delle pancreatiti.
Gemmato nella sua risposta ricorda che il ministero ha "prontamente istituito un Tavolo tecnico" che con riunioni mensili "dialoga sistematicamente con i principali attori del farmaco compresa l'Agenzia italiana del farmaco". La stessa Aifa "effettua un monitoraggio continuo dei consumi, delle forniture attese e delle giacenze in base al quale valuta la necessità di mettere in atto interventi volti a risolvere un'eventuale carenza". Il dicastero di Lungotevere Ripa ha poi messo in campo misure operative "come controlli sul territorio, comunicazione al pubblico e agli operatori, formazione e lo sviluppo di apposite linee guida volte ad aumentare l'accesso agli strumenti già disponibili, come i farmaci equivalenti, i galenici, i farmaci di importazione e, per ultimo, i farmaci ad approvvigionamento diretto presso le aziende farmaceutiche da parte di tutte le farmacie".
Gemmato rivendica quindi il progetto DruGhost, "strumento operativo attivo dal 2022 che ha la finalità di mappare e quantificare il fenomeno delle indisponibilità dei medicinali attraverso un database nazionale che raccoglie le segnalazioni sull'indisponibilità di un determinato farmaco". Il meccanismo prevede che alle aziende farmaceutiche arrivi un alert in caso di "temporanea indisponibilità, così da poter velocizzare la risoluzione del problema di consegna". Infine il sottosegretario fa presente che "l'attuale processo di revisione della legislazione europea in materia di farmaco dedica uno specifico focus al problema delle carenze negli stati membri, indipendentemente dal luogo in cui vivono nell'Unione europea".
Malavasi non è soddisfatta della replica. "Purtroppo la risposta arrivata in commissione Affari Sociali non chiarisce completamente il quadro. Va certamente bene l'istituzione di un Tavolo tecnico sull'approvvigionamento dei farmaci e un costante monitoraggio dei consumi per verificare le carenze, ma ciò che manca - sottolinea la parlamentare - è un'opera di informazione chiara e su vasta scala dei cittadini volta ad aumentare l'accesso ai farmaci disponibili, da quelli generici agli equivalenti fino ai galenici e quelli di importazione". La deputata nota che purtroppo rispetto a questi preparati "c'è un pregiudizio diffuso frutto di una mancata corretta informazione" e quindi "sarebbe utile fare formazione presso i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta o i farmacisti che possono essere la prima linea di questo importante percorso di educazione della cittadinanza". Insomma, conclude Malavasi, "è indispensabile assicurare ai cittadini le terapie" e "per riuscirci serve un lavoro di informazione che faccia uscire le notizie dai siti dei ministeri per raggiungere tutti".
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