Salute, Gimbe: un giovane su tre non conosce il proprio medico di famiglia
Sondaggio della Fondazione condotto sugli studenti delle superiori: idee poco chiare anche sugli screening oncologici. Cartabellotta: "Potenziale inappropriatezza prescrittiva degli antibiotici"

Un giovane su tre nemmeno conosce il proprio medico di famiglia e ci sono idee poco chiare anche sugli screening oncologici. Sono alcuni dei risultati della survey della Fondazione Gimbe condotta su un campione di studenti italiani. Nel periodo febbraio 2023-febbraio 2024 si sono tenuti otto incontri che hanno coinvolto 775 ragazzi degli ultimi anni delle scuole superiori. Durante gli incontri tramite la piattaforma Mentimeter è stata condotta una survey di 10 domande, alla quale hanno risposto un numero di studenti compreso tra 229 e 400.
Nell’89,2% dei casi, ed è una nota più lieta, i giovani hanno correttamente individuato che i protagonisti della salute, secondo la moderna visione One Health, sono uomini, animali e ambiente. Il 77,3% degli intervistati è consapevole dell’esistenza di diseguaglianze di accesso dei cittadini alle prestazioni sanitarie tra le diverse regioni. In tema di prescrizione di antibiotici per infezioni delle alte vie respiratorie, il 45% degli studenti dichiara di averne ricevuto “più volte”, il 21,5% “una volta”, il 33,5% “mai”. Solo il 56,9% degli studenti ha individuato correttamente i tumori per i quali sono previsti programmi di screening nazionali inclusi nei Lea, ovvero mammella, cervice uterina, colon-retto. Infine, il 56,7% degli studenti risponde erroneamente che è sempre un vantaggio diagnosticare il più precocemente possibile un tumore.
“La battaglia in difesa del diritto costituzionale alla tutela della salute – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione – deve coinvolgere anche i più giovani, a partire dall’età scolastica: con il progetto 'La salute tiene banco' intendiamo fornire ai nostri ragazzi gli strumenti indispensabili per crescere quali cittadini consapevoli dei propri diritti e capaci di preservare la propria salute”. Rispetto ai risultati della ricerca, Cartabellotta aggiunge: “I dati forniscono poi indicazioni utili rispetto alla potenziale inappropriatezza prescrittiva degli antibiotici nelle infezioni delle alte vie respiratorie e sulle lacune del passaggio di consegne tra pediatra e medico di famiglia. In sintesi dimostrano la necessità di trasferire ai giovani sin dall’età scolastica la cultura della prevenzione e della promozione alla salute e gli strumenti per un utilizzo consapevole del Servizio sanitario nazionale”.
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