28 Marzo 2024

Tumore al seno, Schillaci: "Puntiamo ad allargare gli screening alle fasce d'età 45-74 anni"

Sguardo anche a "vulnerabili e fragili". Dai dati delle Regioni al Ministero emergono ancora differenze nell'offerta: si passa dal 78 e 89% in quelle del Nord al 25 e 13% in quelle del Sud. "E poco più del 60% ripete le campagne di comunicazione"

Di Pa.Al.

La sfida deve concentrarsi sul miglioramento della qualità della vita di queste persone - si pensi a tal proposito a quanto è importante la figura dello psico-oncologo - e sulla necessità di prevenire sempre più, icrementando gli screening mammografici, che sono ripresi dopo il periodo Covid ma che ancora al momento risentono di troppe differenze regionali". Oltre che focalizzarsi "sull’accesso equo e immediato a trattamenti innovativi", velocizzando i tempi d'mmissione dei nuovi farmaci. Ad oggi ci sono regioni e strutture sanitarie che assicurano già un approccio multidisciplinare al tumore della mammella, altre che presentano difficoltà". Il minsitro della Salute, Orazio Schillaci, è intervenuto oggi all'evento "Consensus Innovation in Breast Cancer",  organizzato su iniziativa di Simona Loizzo (Lega), presidente dell'intergruppo parlamentare sulle nuove frontiere terapeutiche nei tumori della mammella, alla Camera.

Il ministro ha anche ricordato come l'Italia sia il Paese "con il tasso di riduzione della mortalità per neoplasia della mammella superiore alla media europea. E questo - ha sottolineato - è un messaggio importante di speranza che dobbiamo portare a tutte le donne che hanno questa malattia e che la stanno affrontando con coraggio". Dopodiché, però, è tornato a insistere sulla centralità degli screening e sull'implementazione dell'offerta nelle regioni "mediante uno specifico programma per recuperare i ritardi accumulati durante la pandemia e migliorare i livelli di copertura. In particolare - ha detto - si sta puntando ad allargare le fasce d’età, prevedendo lo screening dai 45 ai 74 anni. Il numero di neoplasie (e non soo della mammella), infatti, è in grande aumento soprattutto in fasce di popolazione più giovane, in partilare under 50". Ma lo sguardo è rivolto a  migliorare gli screening pure tra "vulnerabili e invisibili, che sono persone più difficili da raggiungere", potenziando la sinergia con associazioni di cittadini e pazienti".

 

Schillaci ha quindi snocciolato i dati pervenuti dalle regioni al Ministero, dai quali per esempio, emerge che "poco più 60%" ripete le campagne di comunicazione degli screening. Cresce in tutte le Regioni l'estensione degli screening nelle fasce 45-59 e 70-74 anni, ma le differenze permangono con un'offerta che passa dal 78 e 89% in quelle settentrionali al 25-13% in quelle del Sud. Proprio a proposito del Sud, il minsitro ha ricordato che "c'è un programma finanziato con fondi europei, dedicato al rafforzamento dei servizi sanitari in sette Regioni del Meridione, che include tra i suoi obiettivi anche una maggiore copertura degli screening oncologici, il Programma nazionale equità per la salute. Fondi che devono essere spesi per assicurare l'equità delle cure, perché non ci siano pazienti di serie A e serie B". 

 

 

 

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