Dengue, i casi in Italia salgono a 117 ma tutti importati
Secondo i dati aggiornati dell'Iss sono tutti associati a viaggi all'estero, il 50% di sesso maschile e nessun decesso. Dall'incubazione alla prevenzione, ecco che cosa c'è da sapere

Dal 1 gennaio all’8 aprile 2024, sono 117 i casi confermati di Dengue, tutti associati a viaggi all’estero, età mediana di 42 anni, 50% di sesso maschile e nessun decesso. Sono questi i dati che risultano al sistema di sorveglianza nazionale delle arbovirosi e resi noti dall'Istituto superiore di sanità. Ci sono inoltre un caso confermato di Zika virus (associato a viaggio all’estero, nessun decesso), tre casi confermati di Chikungunya (tutti associati a viaggi all’estero, età mediana di 46 anni, 67% di sesso maschile, nessun decesso), un caso confermato di infezione neuro-invasiva - TBE (autoctono, nessun decesso) e nessun caso di Toscana Virus.
Il virus dengue (DENV), come è ormai noto, si trasmette all'uomo, che rappresenta l’ospite principale, attraverso la puntura di zanzare infette del genere Aedes, principalmente l’Aedes aegypti e l’Aedes albopictus (zanzara tigre). Sono noti 4 sierotipi distinti di virus Dengue ed è possibile infettarsi più volte con sierotipi diversi. La successiva reinfezione con un sierotipo diverso espone al rischio di sviluppare una malattia grave ad esito potenzialmente fatale .
Nell’ Europa continentale (escludendo territori in zone endemiche per DENV), i primi casi di dengue autoctoni, non associati a viaggi in paesi endemici, sono stati rilevati a partire dal 2010 in Croazia e Francia. Nel 2023 sono stati documentati contemporaneamente diversi episodi di trasmissione autoctona in tre Paesi membri dell’Unione Europea con oltre 100 casi segnalati di infezione umana: in Francia (43 casi in 8 cluster), Spagna (3 casi) e Italia (82 casi in almeno 4 cluster). In Italia, come nel resto d’Europa, la dengue è presente principalmente come malattia di importazione associata a viaggi (nel 2023 in Italia sono stati notificati 280 casi confermati di infezione associati a viaggi internazionali a fronte degli 82 autoctoni).
E' importante sapere che il periodo di incubazione va dai 3 ai 14 giorni mentre il periodo medio di incubazione è di 4-7 giorni. L’ infezione può essere asintomatica in più del 50% dei casi o caratterizzata da una malattia febbrile moderata, la febbre da dengue (DF), fino ad arrivare, in circa il 5% dei casi sintomatici, alle forme più gravi. Il tasso di mortalità può infatti variare da meno dell’1% fino a circa il 10-15 % nelle forme gravi.
Pur rappresentando un’intensa area di ricerca scientifica e sperimentazione, non è disponibile una terapia antivirale specifica autorizzata, ovvero in grado di inibire la replicazione di DENV nell’individuo infetto. La cura dei malati sia nelle forme lievi che in quelle più severe, si basa quindi su terapie sintomatiche e di supporto. Per quanto riguarda la prevenzione, a livello globale, sono ad oggi disponibili sul mercato, dopo molti anni di ricerche, sperimentazioni e trial clinici, due vaccini tetravalenti formulati con virus vivi attenuati, i cui nomi commerciali sono DENGVAXIA e QDENGA; solo quest’ultimo è commercializzato in Italia e viene utilizzato nell’ambito della medicina dei viaggi.
In Italia, comunque, la sorveglianza per virus dengue è attiva tutto l’anno e non solo per eventuali casi trasmessi sul nostro territorio ma anche per la sorveglianza di casi contratti in paesi endemici/epidemici per questa malattia. La trasmissione in Italia dipende dall’attività del vettore che è in grado di trasmettere l’infezione all’uomo. Il periodo in cui questa attività è più elevata, e quindi è più possibile la trasmissione, è dalla primavera all’autunno. Per questo motivo la sorveglianza viene intensificata in questi mesi. Le misure di contrasto sono definite in Italia da un piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi, pubblicato dal ministero della Salute che prevede attività di comunicazione, formazione, sorveglianza, prevenzione della trasmissione tramite sostanze biologiche di origine umana (sangue, emocomponenti, cellule, tessuti, organi) e contrasto al vettore.
Ciascuno nel suo piccolo però può adottare tutta una serie di accrogimenti. Che cosa c'è da sapere in proposito? Innanzitutto che per il momento il principale strumento preventivo contro la diffusione delle arbovirosi è la riduzione dell’esposizione ai vettori durante il periodo favorevole alla trasmissione. E che per quanto riguarda le zanzare è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che possano riprodursi facilmente. Il modo è semplice: usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto; usando delle zanzariere alle finestre e soggiornando in ambienti climatizzati; svuotando di frequente i contenitori con acqua stagnante (per esempio, secchi, vasi per fiori e sottovasi, catini, bidoni, ecc.) e coprendo quelli inamovibili; cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali e svuotando le piscinette per i bambini quando non sono usate.
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram