18 Aprile 2024

Autonomia, l'allarme Anaao: "Rischiamo la disgregazione sociale"

Il segretario nazionale Di Silverio: "E' contro il diritto alla salute". Secondo il sindacato, la riforma rischia di "ampliare ulteriormente" le differenze tra Nord a Sud in materia sanitaria

Di NS
Autonomia, l'allarme Anaao: "Rischiamo la disgregazione sociale"

Con l’autonomia differenziata "rischiamo la disgregazione sociale". E’ l’allarme che lancia Pierino di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed. "Con la riforma Calderoli – spiega - verrebbe meno uno dei due pilastri del welfare state, ovvero il diritto alla salute per tutti gli individui sancito dalla nostra Costituzione. Qualora venisse introdotta, i Lea non sarebbero più in capo al ministero della Salute, ma rientrerebbero nelle competenze delle Regioni. In poche parole questo significa che ogni Regione potrebbe decidere quali prestazioni erogare gratuitamente e quali no. Si potrebbe arrivare al paradosso per cui una determinata visita potrebbe essere gratuita in Lombardia e a pagamento in Calabria".

Le profonde differenze tra Nord e Sud in materia di salute, è il ragionamento che fa Anaao-Assomed, mettono a rischio la coesione sociale del Paese. E il disegno di legge sull'autonomia differenziata all’esame del Parlamento, invece di colmare questo divario, rischia di ampliarlo ulteriormente, dividendo l'Italia in due: una a Nord, con sanità e cittadini di "serie A", e una a Sud, con sanità e cittadini di "serie B". I numeri parlano da soli: l’aspettativa di vita al Sud è minore di ben 20 anni rispetto al Nord; i tassi sulla mortalità evitabile al Sud sono quasi il doppio rispetto al Nord; per speranza di vita in buona salute la differenza tra Nord e Sud è di ben 20 anni. E poi ancora: la mortalità infantile al Sud è doppia rispetto al Nord; per mortalità materna al parto anche in questo caso, il Sud registra valori nettamente più alti.
Un divario che si estende anche ai servizi sociali: per quanto riguarda la spesa per abitante, a Bolzano si spendono 583 euro, mentre a Messina solo 53 euro. Sul fronte del finanziamento sanitario, le Regioni del Sud, mediamente più giovani, ricevono una quota capitaria inferiore del 2,6% (-45,5 euro) rispetto a quelle del Nord e del Centro, a causa di un'iniqua ripartizione del Fondo sanitario nazionale.


L'autonomia differenziata, sottolinea Di Silverio, è "contro il diritto alla salute. Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco, che relega i livelli essenziali delle prestazioni a futura memoria e lega un diritto, che l’art. 32 della Costituzione vuole unico e indivisibile, a reddito e residenza, secondo un neonato 'ius domicilii'. Alimentando, peraltro, quelle diseguaglianze negli esiti di salute tra territori dello stesso Paese che Premier e Ministro della Salute dichiarano di volere abbattere".
Ecco perché, secondo il sindacato, "è necessario un piano straordinario che punti alla riduzione delle diseguaglianze, investendo risorse per garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro residenza, l'accesso a servizi sanitari di qualità; al potenziamento del sistema sanitario del Sud, investendo in infrastrutture, tecnologie e personale per rafforzare le strutture sanitarie del Mezzogiorno”. Ma che punti anche a una “equa ripartizione delle risorse": bisogna "rivedere il meccanismo di ripartizione del Fondo sanitario nazionale per garantire una maggiore equità tra le diverse Regioni".

"Quella di domani a Bologna sarà la prima di una serie di manifestazioni che abbiamo in programma in altre città per ribadire con forza che tutti i cittadini hanno diritto a ricevere le cure di cui hanno bisogno nel rispetto del dettato Costituzionale. Ogni tentativo che vada in senso contrario – conclude Di Silverio - incontrerà la nostra convinta opposizione perché non intendiamo assistere da spettatori immobili alla frantumazione di ciò che resta del nostro prezioso Ssn".

 

 

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