22 Aprile 2024

"Riconsiderare il fabbisogno di spesa per evitare il decadimento del Ssn"

La Corte dei Conti lancia l'allarme in audizione in Parlamento su Def: "Gli interventi finora assunti hanno messo a disposizione della sanità risorse certamente rilevanti. Esse non sembrano tuttavia sufficienti". I dettagli

Di NS

"Gli interventi finora assunti hanno messo a disposizione della sanità risorse certamente rilevanti. Esse non sembrano tuttavia sufficienti ad invertire il profilo riflessivo disegnato nel quadro tendenziale. Il fabbisogno del settore sanitario, come altri del sistema di welfare, dovrà essere attentamente riconsiderato per evitare che il rispetto delle traiettorie di spesa si traduca in un progressivo decadimento della qualità e dell’assistenza pubblica o che impedisca una compiuta (e quanto mai necessaria) riforma dell’assistenza territoriale”. A lanciare l’allarme è la Corte dei Conti che oggi è stata audita dalla commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Def.

"Nonostante l’aumento disposto dalla legge di Bilancio - evidenzia la Corte dei Conti -, l’importo previsto a copertura del fabbisogno sanitario nazionale standard si conferma, in rapporto al prodotto, in graduale flessione: nel triennio 2024-26 si riduce di tre decimi di punto (dal 6,3 del 2023 al 6 per cento a fine periodo). E ciò senza considerare che i nuovi fondi, oltre ai contratti (2,4 miliardi), sono destinati a specifici interventi aggiuntivi per circa 500 milioni nel 2024 che crescono a 1,5 miliardi nel 2025". Senza contare da un lato l’inflazione che pesa sulle varie componenti di spesa e dall’altro, la "la riduzione che questa opera sul valore reale degli stanziamenti previsti a copertura". Ma soprattutto senza tralasciare tutti gli interventi previsti per affrontare le criticità che i giudici contabili pure mettono in fila, dalla carenza di personale alla lunghezza delle liste d’attesa, passando per l’insufficienza dell’assistenza territoriale, le difficoltà di funzionamento dei meccanismi di controllo della spesa farmaceutica e per dispositivi medici.
"In definitiva – tira infatti le somme la Corte dei conti - sul fronte del finanziamento della spesa sanitaria la situazione richiederà scelte gestionali non facili in termini di allocazione delle risorse tra i diversi obiettivi e un attento esame della qualità della spesa".

Tra le voci su cui si soffermano i giudici contabili, naturalmente, spicca come detto quella della carenza di personale, vero nodo da sciogliere per tenere in piedi il Ssn. A tal proposito la Corte ricostruisce quanto fatto fino a ora, a cominciare dalla proroga a fine 2026 prevista in legge di Bilancio dell’autorizzazione agli incrementi delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive (di cui all’articolo 115, comma 2, del contratto collettivo nazionale di lavoro dell’Area sanità), "già disposte dal d.l. 34/2023 per quanto riguarda il settore dell’emergenza urgenza e ora estese a tutti i comparti, confermando gli importi per il personale medico (100 euro) ed incrementando quelle del personale del comparto fino a 60 euro lordi omnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a carico dell’Amministrazione". A tale finalità, sottolinea, “sono destinati 280 milioni annui per il prossimo triennio, a valere sul livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard”. Anche se “"e misure finora assunte non sembrano in grado di rispondere strutturalmente alle difficoltà che caratterizzano ormai in maniera diffusa tutte le strutture pubbliche".

 

 

L'audizione integrale

 

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