10 Maggio 2024

"Noi infermieri siamo sempre meno ma le istituzioni sono insensibili"

Se è vero che l'obiettivo del governo è difendere la sanità pubblica, cominci a farlo tenendosi stretti i suoi professionisti, attraendo nuove leve attraverso il riconoscimento anche economico delle competenze avanzate e più autonomia professionale

Di Andrea Bottega*
"Noi infermieri siamo sempre meno ma le istituzioni sono insensibili"

Siamo come ogni anno pronti a celebrare domenica la Giornata internazionale dedicata alla nostra professione perché per noi è molto sentita. Spiace solo che le istituzioni non sembrino rendersi conto del reale bisogno che c’è in Italia di infermieri e del fatto che se ce ne sono sempre meno, è solo a causa della scarsa valorizzazione di questa figura. 

La categoria è stanca di pacche sulla spalla e a buon diritto reclama innanzitutto stipendi adeguati ai carichi di lavoro massacranti cui è costretta per sopperire alle carenze di organico. Una situazione tanto più grave considerando che la maggioranza degli infermieri è costituita da donne. Quest’anno, tra l’altro, la nostra ricorrenza coincide con la festa della mamma. Proprio secondo una rilevazione del Centro studi Nursind, condotta in quest’ultima settimana su quasi 2mila infermiere, di cui circa l’80% con almeno un figlio, è venuto fuori come ben il 53% delle professioniste madri abbia rinunciato all’astensione dal lavoro notturno, che pure spetta loro di diritto nei primi tre anni di vita del bambino, solo per motivi economici. La stessa ragione che ha spinto, inoltre, il 28% di loro a fare a meno del congedo parentale.

Carenza di organico e stipendi bassi, purtroppo, sono i problemi con cui ci confrontiamo ogni giorno. Il governo, però, invece, di provare a sciogliere i tanti nodi sul tavolo, ha peggiorato la situazione. Come non ricordare quanto accaduto con la passata manovra: sul fronte pensioni, ci siamo opposti fino all’ultimo alle novità introdotte nella finanziaria che, oltre a penalizzare proprio quei professionisti che più di tutti si sono spesi durante la pandemia, scoraggiano ulteriormente i giovani a intraprendere la carriera infermieristica. Non possiamo consentire a questo punto, visto che siamo nel pieno della contrattazione e che una nuova legge di Bilancio è ormai alle porte, di essere ignorati. Sarebbe come gettare sale su una ferita ancora aperta e non lo permetteremo. Se è vero, come sostiene il governo, che il suo obiettivo è difendere la sanità pubblica cominci a farlo tenendosi stretti i suoi infermieri e attraendo nuove leve attraverso il riconoscimento anche economico delle competenze avanzate e una maggiore autonomia professionale.

 

 

*Segretario nazionale Nursind

 

 

 

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