Salute mentale, in Ue ne soffrono 11,2 milioni di under 19. I dati Unicef
Tra le persone di età compresa tra i 15 e i 19 anni, circa l'8% soffre di ansia e il 4% di depressione. La Società italiana di psichiatria: impedire che nei giovani prevalga la solitudine "per paura del pregiudizio"

Nell’Unione europea ci sono circa 11,2 milioni di bambini e giovani entro i 19 anni d’età che soffrono di un problema di salute mentale. Lo ricorda l’Unicef in occasione della settimana europea della salute mentale, che si apre oggi. In particolare, nell’Unione europea in totale, circa 5,9 milioni di maschi e 5,3 milioni di femmine fino a 19 anni soffrono di disturbi mentali.
Tra le persone di età compresa tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione, mentre ill suicidio è la seconda causa di morte (dopo gli incidenti stradali).
Nel 2020, circa 931 giovani sono morti per suicidio nell’Ue, equivalenti alla perdita di circa 18 vite a settimana. La prevalenza del suicidio è diminuita nel corso del tempo nell’UE, con il 20% dei suicidi in meno nel 2020 rispetto al 2011. Circa il 70% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni nell’Ue che muoiono per suicidio sono maschi. In Italia, tra i ragazzi tra i 15 e i 19 anni che hanno perso la vita intenzionalmente tra il 2011 e il 2020 il 43% erano ragazzi e circa il 36% ragazze. Circa la metà (48%) di tutti i problemi di salute mentale a livello globale si manifesta entro i 18 anni, eppure molti casi rimangono non individuati e non trattati. Nell’Ue i dati sull’accesso ai servizi per la salute mentale da parte dei bambini sono limitati, ma le evidenze indicano che, nel 2022, per quasi la metà dei giovani adulti (tra i 18 e i 29 anni) i bisogni di assistenza per la salute mentale non erano soddisfatti. I livelli di alta soddisfazione della vita tra i quindicenni sono scesi da circa il 74% nel 2018 al 69% nel 2022 nei 23 Paesi per i quali sono disponibili i dati. Ciò equivale a oltre 220.000 ragazzi di 15 anni in meno in 23 Paesi dell’Ue con un’alta soddisfazione di vita nel 2022 rispetto al 2018. L’Unicef accoglie con favore l’attenzione costante e crescente dell’Ue all’agenda sulla salute mentale negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19. Ma attualmente, nei Paesi dell’Ue gli investimenti nei servizi per la salute mentale sono esigui rispetto a quelli per la salute fisica. È necessario spinfere iniziative di prevenzione e la promozione della salute mentale. In Italia la salute mentale di bambini e adolescenti rappresenta una delle priorità di azione dell’Unicef. Lo scorso 6 marzo, informa sempre l'Unicef, una delegazione Unicef Italia e dell’Ufficio regionale Unicef per l’Europa e l’Asia Centrale hanno incontrato il ministro della Salute Orazio Schillaci, al quale sono state consegnate le oltre 21mila adesioni raccolte per la petizione Unicef “Salute per la mente di bambini e adolescenti” per chiedere azioni a sostegno del benessere psicosociale e della salute mentale di bambine, bambini e adolescenti.
Di fronte a questi numeri, le presidentii della Società italiana di psichiatria (Sip), Liliana Dell’Osso ed Emi Bondi, incalzanno sulla necessità che i giovani non si chiudano ma capisacno l'importanza di chiedere aiuto. Sono tanti i giovani e giovanissimi che soffrono di malattie mentali e soprattutto depressione, parliamo di oltre 700mila ragazzi in Italia", hanno sottolineato. "Il disagio che riguarda i ragazzi può vedere l’implicazione di diversi fattori, alcuni anche di entità lieve se presi singolarmente, che dopo la pandemia hanno preso il sopravvento. L’esperienza del lockdown – continuano – ha visto l’emergere di altre patologie, somatiche e psichiche, con un forte impatto di natura sociale, ambientale, relazionale, con cui oggi e domani ci troveremo a fare i conti”.
Dell'Osso e Bondi quindi evidenziano che la depressione proprio nei giovani e negli anziani è la principale causa di suicidio. "Paradossalmente, pur vivendo in un mondo iperconnesso, di fronte a queste situazioni spesso vince la solitudine, per paura del giudizio e dello stigma che colpisce chi soffre di malattie mentali". Questo "è quello che dobbiamo cambiare, perché i nostri giovani non abbiano timore a confrontarsi con un possibile disagio, lasciando che la necessità di aiuto resti dentro. I sintomi di una possibile depressione non devono mai essere sottovalutati, perché può essere affrontata e curata. La depressione è una malattia, non una scelta, non una colpa, non solo un malessere o tristezza, come può apparire dall’esterno o ai non addetti ai lavori". Di qui l'input che arriva dalla Sip: i ragazzi devono alzare la voce. "Noi come psichiatri possiamo e dobbiamo, a nostra volta, alzare la voce perché le istituzioni ci mettano a disposizione risorse e strumenti per fare al meglio il nostro lavoro".
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