20 Maggio 2024

Studi clinici, Farmindustria: "Sono il cuore della ricerca, ma Ue e Italia perdono terreno"

Il presidente Cattani, in occasione dell'International Clinical Trials Day: "L'innovazione e la tecnologia corrono velocemente e hanno bisogno di un quadro regolatorio competitivo". Tutti i numeri sulle sperimentazioni nella Penisola

Di NS
Studi clinici, Farmindustria: "Sono il cuore della ricerca, ma Ue e Italia perdono terreno"

"Il cuore dell’industria farmaceutica è la ricerca. E il cuore della ricerca sono gli studi clinici". A sottolinearlo è Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, in occasione dell’International Clinical Trials Day. "In Italia le imprese farmaceutiche investono ogni anno più di 700 milioni, permettendo ai cittadini di accedere alle terapie innovative e ai medici e ai ricercatori di crescere professionalmente. Con un beneficio per la sanità pubblica di oltre 3 euro per ogni euro investito dalle aziende (fonte Altems), che si fanno carico delle spese connesse agli studi, quali farmaci, esami, ospedalizzazione", prosegue.

 

"Secondo l’ultimo Rapporto sulla sperimentazione clinica dei medicinali dell’Aifa, dal 2000 al 2022 oltre 15.400 sperimentazioni cliniche sono state autorizzate nel nostro Paese. Che si conferma quindi molto attrattivo, grazie all’eccellenza delle risorse umane, alla qualità di Centri di Ricerca, Ospedali, Università, e alla collaborazione crescente pubblico-privato. Ma l’Italia e l’Europa stanno perdendo terreno. Perché l’innovazione e la tecnologia corrono velocemente e hanno bisogno di un quadro regolatorio competitivo, capace di adeguarsi in fretta attraverso procedure flessibili e snelle".

 

"Una strada obbligata", secondo il numero uno di Farmindustria, "che l’Ue deve imboccare, con un cambio di approccio sostanziale che consideri davvero la salute un investimento strategico e abbandoni logiche anti-industriali. Ed è il solo modo che ha per riconquistare un ruolo chiave a livello globale e stare al passo con i grandi competitor internazionali: Stati Uniti, Cina, India, Singapore e Paesi Arabi. In un momento in cui nel mondo saranno investiti in R&S 1.700 miliardi di dollari tra il 2023 e il 2028, minare alla base la proprietà intellettuale, come è previsto dalla revisione della legislazione farmaceutica, nega all’Europa un futuro nella ricerca farmaceutica e nelle Life sciences". 

 

 

 

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