13 Giugno 2024

Anche i medici di base in fuga verso il privato. Allarme in Parlamento

Il Pd incalza il Ministero. Gemmato: "L'accordo collettivo nazionale disciplina l'attività libero professionale per gli Mmg". I dem Scarpa e Girelli: "Pericoloso legittimare questa pratica"; "Serve una regolamentazione adeguata"

Di Pa.Al.
Foto di Julio Cèsar Velásquez Mejía
Foto di Julio Cèsar Velásquez Mejía

Le sirene del privato risuonano anche dalle parti dei medici di base. Un campanello d’allarme che si è acceso in casa Pd in merito alla proposta avanzata da BMed Me.di.ca Group di offrire un servizio simile a quello dei medici di famiglia, appunto, ma a pagamento. Di qui la richiesta di spiegazioni che in una interrogazione i deputati dem Rachele Scarpa e Gianni Girelli hanno avanzato al ministero della Salute. "La motivazione di questa scelta - scrivono gli interroganti - sarebbe quella di offrire un servizio a coloro che non hanno un medico di medicina generale, come accade per molti cittadini stranieri, o per chi, comunque, non riesca ad usufruire delle prestazioni del medico di medicina generale". Ma si dà il caso, rimarcano, che "il medico di medicina generale, detto anche 'medico di famiglia', è un professionista che non agisce a prestazione ma si occupa della persona che ha un problema di salute".

Come stanno le cose? Che informazioni ha reperito il Ministero? Qual è il livello di compatibilità tra l’esercizio della professione di medico di medicina generale e lo svolgimento di prestazioni analoghe presso centri di sanità privati? Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, si è limitato a richiamare i riferimenti normativi e contrattuali, richiamando in particolare l’articolo 28 dell’Accordo collettivo nazionale (Acn) che "disciplina la possibilità per i Mmg di svolgere attività libero-professionale di fuori dell’orario di servizio, dandone comunicazione all’Azienda sanitaria, purché lo svolgimento di tale attività non rechi pregiudizio al corretto e puntuale svolgimento dei propri compiti convenzionali, ivi compresi quelli riferiti all’attività all’interno della Aggregazione funzionale territoriale". Una risposta che secondo i dem, però, non ha fugato i dubbi. Come ha sottolineato Girelli in commissione Affari sociali, infatti, al di là della "mera esposizione del quadro normativo da parte del sottosegretario, non si comprende come il Governo intenda intervenire".

"Ritengo sia molto pericoloso legittimare una pratica del genere – ha evidenziato Scarpa-: il medico di base non offre prestazioni, ma si occupa della salute della persona a 360 gradi, occupandosi sia della prevenzione che delle esigenze di cura. Atomizzare ed esternalizzare le prestazioni della medicina generale, peraltro a pagamento, vuol dire promuovere un'idea di sanità che non ha la cura e la salute della persona come principale obiettivo, ma il profitto sulla base di prestazioni erogate".
"Ci aspettiamo - ha concluso Girelli - che dal Ministero si proceda con una regolamentazione adeguata, che non solo eviti un travaso di risorse umane ed economiche dal pubblico al privato, ma che incentivi anche giovani medici a percorrere la strada della medicina generale. Al di là dei buoni propositi, bisogna arrestare uno scivolamento che sembra inesorabile verso la sanità privata: siamo in un contesto in cui è il cittadino che si va a cercare l'assistenza sanitaria e la prestazione, e non in cui esiste un servizio efficiente che tiene in carico la salute di ogni cittadino. Perciò è importante normare il settore, facendo in modo che anche il privato sia messo nelle condizioni di operare in sanità nell'interesse pubblico, e secondo la regia del Ssn".

 

 

Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram