19 Giugno 2024

Autonomia, la stroncatura dei medici Anaao: "Inizia la fine del diritto alla salute"

Il secondo e definitivo sìal disegno di legge è arrivato alla Camera nelle prime ore del mattino dopo una lunga maratona notturna. Critiche anche dalla Fondazione Gimbe che parla di "colpo di grazia al Ssn"

Di NS
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana e la votazione finale sul ddl Autonomia
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana e la votazione finale sul ddl Autonomia

 

Dopo il secondo sì definitivo alla Camera al disegno di legge sull’Autonomia differenziata, arrivato dopo una lunga maratona notturna, i medici Anaao sono tra i primi a farsi sentire, stroncando la riforma, già ampiamente criticata in questi mesi. "La legge sull’Autonomia differenziata, o meglio sul regionalismo potenziato, approvata con una maratona notturna, segna l'inizio della fine per l’indivisibilità dei diritti civili e sociali, a cominciare da quello alla salute", commenta ill segretario nazionale Anaao-Assomed, sindacato dei medici e dirigenti sanitari italiani, Pierino Di Silverio. "Nonostante molti esperti in materia, alcuni presidenti di Regione, la Cei, forze politiche e sociali diverse abbiano da mesi cercato di far comprendere la rischiosità del provvedimento, per la coesione sociale e la stessa identità nazionale, la logica degli scambi politici ha finito con il prevalere legittimando l’esistenza di più sistemi sanitari in barba alla legge 833 del 1978 e all’articolo 32 della Costituzione". "La possibilità concessa alle Regioni ricche (il Nord) di trattenere più gettito fiscale – prosegue Di Silverio - configura un extra finanziamento destinato ad alimentare prestazioni sanitarie aggiuntive per alcuni cittadini rendendo un diritto costituzionale funzione del reddito e della residenza. Chi risiede in Regioni 'forti' si curerà, gli altri potranno solo aspettare o migrare o rinunciare alle cure, come già fanno 4,5

 

milioni di italiani. Un sistema indebitato e sottofinanziato, che esplicitamente esclude 'aggravi' per la finanza pubblica come potrà colmare l’attuale differenza del 25% di spesa sanitaria individuale tra Nord e Sud? Si sancisce, così, la fine del welfare state unitario, per anni elemento cardine della nostra democrazia, e le cure non saranno più garantite in maniera omogenea secondo il dettato dell'art 32 della Costituzione".

 

Un tasto quello del divario Nord-Sud sul quale torna a battere anche la Fondazione Gimbe: "Oggi siamo davanti ad una frattura strutturale Nord-Sud che compromette qualità dei servizi sanitari, equità di accesso, esiti di salute e aspettativa di vita alla nascita, alimentando un imponente flusso di mobilità sanitaria dal Sud al Nord", evidenzia il presidente Nino Cartabellotta, secondo cui "la legge sull’autonomia differenziata non potrà che amplificare le diseguaglianze già esistenti in sanità. Anzi, renderà il Mezzogiorno ancora più dipendente dalle ricche Regioni del Nord, che a loro volta rischiano di peggiorare la qualità dell’assistenza per i propri residenti, perché non potranno aumentare in maniera illimitata la produzione di servizi e prestazioni sanitarie a favore dei ‘migranti della salute’. Ma oggi è stato dato anche il colpo di grazia al Ssn, pilastro della nostra democrazia e strumento di coesione sociale, per un machiavellico ‘scambio di cortesie’ tra le forze politiche di maggioranza".

 

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