Il colera rialza la testa ma i vaccini non bastano
L'Oms rivela che la domanda di dosi continua a superare l'offerta. Nel suo Rapporto segnala oltre 194mila casi in cinque regioni del mondo e classifica la ripresa dell'infezione come emergenza di grado 3 e cioè il più alto

Dopo decenni di progressi contro il colera, "i casi sono di nuovo in aumento, anche in Paesi che non vedevano la malattia da anni". Oggi l'infezione è considerata endemica in molte nazioni, il batterio che la provoca non è ancora stato eliminato dall’ambiente. Un recente Rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) evidenzia, infatti, che "dal primo gennaio 2024 al 26 maggio 2024, sono stati segnalati un totale di 194.897 casi di colera e 1.932 decessi in 24 Paesi appartenenti a cinque regioni dell'Oms". Quella del Mediterraneo orientale, in particolare, ha registrato il numero più altro di casi, seguita dalla regione africana, da quella delle Americhe, del Sud-Est asiatico e, infine, dalla regione europea. Per contro, in questo stesso lasso di tempo, non sono stati segnalati focolai nella regione del Pacifico occidentale.
L'allarme che lancia l'Oms riguarda però anche "le scorte mondiali di vaccini contro il colera" che si assumono per via orale. Risultano "esaurite fino all’inizio di marzo". Per la prima nel 2024 le scorte hanno superato l’obiettivo di emergenza di 5 milioni di dosi all’inizio di giugno e, al 10 giugno 2024, raggiungono quota 6,2 milioni. Tuttavia - rivela il Rapporto Oms -, "la domanda di vaccino continua a superare l’offerta". Da gennaio 2023, "92 milioni di dosi sono state richieste da 16 Paesi", quasi il doppio dei 49 milioni prodotte in questo stesso periodo.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato "la ripresa globale del colera come un’emergenza di grado 3 nel gennaio 2023": il livello più alto per le emergenze nell’Oms. È così che, in base al numero di focolai e alla loro espansione geografica, oltre alla carenza di vaccini e di altre risorse, l’Organizzazione continua a valutare il rischio a livello mondiale come molto elevato, un'emergenza di grado 3, appunto.
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