08 Luglio 2024

Pensioni personale sanitario, l'Anaao contro la norma 'salva-baroni'

Il sindacato alza il muro sull'emendamento di maggioranza al decreto Liste d'attesa. Il segretario Di Silverio: "I soliti noti anzichè pensare al bene del servizio pubblico si prodigano per favorire l'amichettismo per salvare meno di mille professionisti"

Di NS
Foto di Julio Cèsar Velásquez Mejía
Foto di Julio Cèsar Velásquez Mejía

In attesa della scrematura degli emendamenti al decreto Liste d’attesa, le proposte avanzate in commissione Affari sociali del Senato dalle forze politiche, soprattutto da quelle di maggioranza (sono state depositate tutte entro il 3 luglios corso, data di scadenza del termine per la presentazione delle modifiche), fanno discutere gli addetti ai lavori. Non c’è solo l’emendamento del leghista Claudio Borghi sulla cancellazione dell’obbligo per i vaccini da zero a 16 anni ad accendere il dibattitto, ma anche la riproposizione del trattenimento in servizio su base volontaria per il personale sanitario fino a 70 anni. O, come recita l’emendamento 4.22 di Forza Italia, fino a 72 anni per il personale docente a tempo pieno "strutturato presso strutture afferenti al SSN” in caso di “comprovate esigenze assistenziali e/o attività di ricerca e formazione, non oltre il 31 dicembre 2026". 

Due modifiche che finiscono nel mirino di Anaao Assomed. Il sindacato stigmatizza proprio l’ennesimo tentativo di mantenere in servizio il personale sanitario fino a 70 anni seppure su base volontaria, oltre che l’ipotesi dell’età di pensionamento a 72 anni per il personale docente. L’emendamento al dl anti liste d’attesa presentato in Senato dalla maggioranza "è semplicemente scandaloso", commenta il segretario nazionale Anaao-Assomed Pierino Di Silverio. "L’ossessione di voler riproporre, dopo numerose bocciature, una norma ad personam per consentire ai ‘baroni’ una carriera infinita è quasi diabolica. Se poi qualcuno pensa che questa sia la soluzione per risolvere il problema delle liste di attesa è sulla strada sbagliata: servono investimenti, assunzioni e condizioni di lavoro degne di un paese moderno". 

"Non possiamo accettare - conclude Di Silverio - che ancora una volta i soliti noti anziché pensare al bene del servizio pubblico si prodighino per favorire l’amichettismo puro per salvare poi poco meno di mille professionisti. Facciamo appello al presidente del Consiglio dei ministri perché metta fine allo scambio di favori clientelari. Noi sappiamo da che parte stare".

 

 

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