11 Luglio 2024

Melanoma, il farmaco immunoterapico che riduce del 41% i rischi di recidiva o morte

Somministrato prima dell'intervento fa calare del 40% anche la comparsa di metastasi. Ascierto (Pascale di Napoli): "Vuol dire offrire un'ulteriore opportunità terapeutica anche ai pazienti già trattati con immunoterapia". Lo studio

Di NS
Melanoma, il farmaco immunoterapico che riduce del 41% i rischi di  recidiva o morte

Un farmaco immunoterapico che si inietta direttamente nella massa tumorale della pelle prima dell'intervento chirurgico e che si è scoperto avere un raggio d’azione più ampio che previene anche la comparsa di metastasi distanti. Secondo i risultati principali dello studio Pivotal, coordinato dall’ospedale universitario Schleswig-Holstein di Kiel, in Germania, e oggi al centro del primo congresso Innovate - International Neoadjuvant Immunotherapy Across Cancers, infatti, ha ridotto del 41% il rischio di recidiva o morte e del 40% la comparsa di metastasi a distanza.
Il farmaco in questione si chiama Daromun ed è una combinazione di due citochine, l’interleuchina 2 (IL2) ed al fattore di necrosi tumorale (TNF), in grado, se somministrate insieme, di innescare localmente una risposta immunitaria che ha anche effetti a distanza. 

"Lo studio Pivotal è il primo randomizzato di Fase III in cui un farmaco locoregionale mostra una superiorità come terapia neoadiuvante, cioè prima dell'intervento chirurgico di rimozione del melanoma, rispetto alla sola chirurgia, anche nella riduzione della comparsa di metastasi distanti, mostrando così un’efficacia sistemica - commenta Paolo Ascierto, presidente del congresso, nonché presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli -. Un’altra importante novità è che a beneficiare di questo trattamento non sono solo i pazienti che non avevano ricevuto prima alcuna terapia, ma anche coloro che sono stati precedentemente trattati con l’immunoterapia". Questo significa che "è possibile offrire ai pazienti con melanoma localmente avanzato un’ulteriore opportunità terapeutica". 

 

Lo studio ha coinvolto 256 pazienti con melanoma localmente avanzato resecabile, reclutati in 22 centri clinici in Germania, Italia, Francia e Polonia. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: nel primo, i pazienti sono stati sottoposti direttamente all'intervento chirurgico, nel secondo  invece hanno ricevuto un’iniezione n nelle lesioni target, per 4 settimane, prima della chirurgia. Dopo aver seguito i pazienti per una media di 21,2 mesi, i ricercatori hanno registrato una riduzione del 41% delle recidive in coloro che hanno ricevuto l’iniezione nella massa tumorale rispetto ai pazienti trattati con la sola chirurgia.

 

 

 

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