Infermieri in agitazione, opposizioni a testa bassa contro il governo
Dal Pd a Iv, passando per il M5s, è un coro di critiche al decreto Liste d'attesa e nei confronti delle scelte dell'esecutivo sulla sanità: "Protesta giusta, professionisti dimenticati. Servono risorse"

Il discusso decreto Liste d’attesa arriva alla Camera dopo l’ok del Senato. E mentre il Parlamento viaggia verso la sua approvazione a tappe forzate, gli infermieri irrompono nel dibattito e con il primo sindacato della categoria, il Nursind, annunciano lo stato d’agitazione.
Le opposizioni politiche colgono la palla al balzo. “L'annuncio dello stato di agitazione del sindacato degli infermieri Nursind è l'ennesima dimostrazione dell'inconcludenza del Governo Meloni in materia di sanità. Mentre alla Camera si sta discutendo un decreto inutile e senza risorse, che non otterrà nessun risultato rispetto alla drammatica situazione delle liste di attesa, sale il malessere di una categoria professionale cruciale per il funzionamento del Servizio sanitario nazionale”, dice Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria del Partito democratico.
L’esponente dem poi rincara: “Retribuzioni basse, poche possibilità di carriera, turni insostenibili, carenza di personale, violenze nelle strutture sanitarie: da tempo le organizzazioni sindacali denunciano uno stato di cose che sta allontanando i giovani dalla professione infermieristica. Abbiamo posto da mesi al Governo l'urgenza di più risorse da destinare alla sanità pubblica e di riforme in grado di valorizzare la professionalità di tutte le figure che operano nei servizi. Continueremo a batterci per questi obiettivi e a dialogare con le organizzazioni dei lavoratori e delle lavoratrici del Ssn”.
Anche il M5s prende posizione con i parlamentari nelle commissioni Affari sociali di Camera e Senato: “Siamo convintamente al fianco di Nursind e di tutti gli infermieri italiani che hanno dichiarato lo stato di agitazione contro le folli politiche di questo governo incapace. Un esecutivo che si riempie la bocca con parole di vicinanza a questa cruciale categoria di lavoratori, salvo poi dimenticarli completamente al momento dei fatti e ricordandosene solo quando si tratta di chiedere loro maggiori sacrifici. Le rivendicazioni degli infermieri sono chiare e riguardano aspetti che noi abbiamo sempre denunciato e contro i quali ci siamo sempre battuti”.
Pure i Cinquestelle attaccano il decreto Liste d’attesa “che è solo una scatola vuota, un provvedimento elettorale che sembra voler buttare la croce sul personale sanitario senza stanziare le risorse necessarie per cambiare davvero la situazione. Ad esempio, attraverso un serio piano di assunzioni che risponda alla cronica carenza di personale e restituisca ai nostri infermieri turni più umani, fermando la fuga verso il privato e l'estero. Passando per la truffa del rinnovo contrattuale, che verrà totalmente mangiato dall'inflazione e lascerà dunque i nostri infermieri nella condizione di essere tra i meno pagati d'Europa. Continuando con l'assoluto nulla portato avanti dal governo Meloni per combattere il demansionamento, autentica piaga degli ultimi anni, e per valorizzare una professione tanto nobile quanto ultimamente poco attrattiva per i più giovani. Per chiudere, infine, con l'incredibile sordità dell'esecutivo in merito al lavoro usurante, da noi più volte richiesto per i nostri infermieri e sempre negato. Continueremo a batterci, in Aula e fuori, perché questi fondamentali professionisti, autentica colonna portante del Servizio sanitario nazionale, ricevano il trattamento che meritano”.
Infine, un attacco giunge anche da Italia viva. La senatrice Daniela Sbrollini, vice presidente della commissione Affari sociali e sanità, non la manda a dire: “Pieno sostegno e solidarietà agli infermieri e al Nursind, che ha proclamato lo stato di agitazione e va verso lo sciopero in autunno. La loro battaglia per condizioni di lavoro più giuste e retribuzioni adeguate al ruolo fondamentale che svolgono è sacrosanta. La bocciatura degli emendamenti al decreto liste d'attesa, tra cui quello presentato da me, che prevedeva l'ampliamento delle competenze e l'adeguamento professionale degli infermieri, è stato l'ultimo esempio del completo disinteresse del governo per una categoria, che è uno dei pilastri del sistema sanitario. La situazione è al collasso - conclude Sbrollini - e Meloni in quasi due anni non è riuscita a rispondere a nessuna delle questioni poste dal personale sanitario e ospedaliero. Bene fanno gli infermieri a protestare, saremo al loro fianco”.
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