"Il 16% dei danni prevenibili è dovuto a errori diagnostici"
In occasione della Giornata mondiale per la sicurezza del paziente, l'Iss insite sulla necessità di diagnosi giuste e tempestive. I dettagli

Il 16% dei danni prevenibili nei sistemi sanitari è dovuto a errori diagnostici. Ridurli è necessario perché una diagnosi ritardata, errata o mancata può prolungare la malattia, causare disabilità, il decesso e maggiori costi sanitari. A ricordarlo è l’Istituto superiore di sanità in occasione della VI Giornata della sicurezza dei pazienti - World Patient Safety Day 2024 che si celebra in tutto il mondo e che è stata istituita dalla 72esima Assemblea mondiale della sanità e promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità per riconoscere la sicurezza dei pazienti come una priorità di salute globale e richiamare l’attenzione di tutti: pazienti e famiglie, operatori sanitari, decisori politici e società civile, sul ruolo essenziale della sicurezza delle persone assistite.
“La sicurezza del paziente è uno dei principi più antichi e fondamentali della medicina, e una parte essenziale del percorso di ogni paese verso la copertura sanitaria universale e gli altri obiettivi sanitari degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. E tuttavia, quasi un paziente su dieci subisce danni nell'assistenza sanitaria, il che si traduce in oltre tre milioni di decessi a livello globale ogni anno. Più della metà di questi danni è prevenibile. Questa statistica scioccante deve servire da invito all'azione per un cambiamento sistemico". Questo si legge nell’introduzione al report globale sulla sicurezza dei pazienti 2024 firmata da Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Premesso che la maggior parte degli adulti nel corso della vita rischia di incorrere in almeno un errore diagnostico (sono errori diagnostici le diagnosi sbagliate, le diagnosi ritardate, naturalmente le mancate diagnosi così come lo è la mancata comunicazione con il paziente), per abbatterne il rischio è necessario agire sia a livello di sistema che di fattore umano, con interventi che coinvolgano pazienti, famiglie, operatori sanitari e chi si occupa dell'assistenza sanitaria a livello politico.
Questi interventi, per l’Oms, includono l’accertamento della storia clinica completa del paziente, un esame clinico approfondito, il miglioramento dell'accesso agli esami diagnostici, l’implementazione delle metodiche per misurare e imparare dagli errori diagnostici, e l’adozione di soluzioni basate sulla tecnologia.
Quanto agli obiettivi della Giornata mondiale 2024, naturalmente proprio:
- Sensibilizzare a livello globale sugli errori nella diagnosi che contribuiscono al danno del paziente e sottolineare il ruolo fondamentale della diagnosi corretta, tempestiva e sicura nel migliorare la sicurezza del paziente.
- Dare risalto alla sicurezza diagnostica nella politica sulla sicurezza del paziente e nella pratica clinica a tutti i livelli dell'assistenza sanitaria, in linea con il Global Patient Safety Action Plan 2021-2030 .
- Promuovere la collaborazione tra decisori politici, leader sanitari, operatori sanitari, organizzazioni di pazienti e altre parti interessate per promuovere diagnosi corrette, tempestive e sicure.
- Dare ai pazienti e alle famiglie gli strumenti per impegnarsi attivamente con gli operatori sanitari e i leader della salnità per migliorare le diagnosi.
Da parte sua, l’Iss sottolinea il suo impegno per raggiungere l’obiettivo di diagnosi giuste e condivise.
Non a caso, nell'ambito delle competenze dei due centri, CNCG, Centro Nazionale della Clinical Governance e CNEC, Centro Nazionale per l’Eccellenza Clinica la Qualità e la Sicurezza delle Cure, l'Iss sta potenziando lo sviluppo di Linee guida e Buone pratiche clinico assistenziali come strumenti di supporto decisionale per i clinici nelle loro scelte diagnostiche-terapeutiche e assistenziali.
Relativamente alla produzione di Buone Pratiche clinico assistenziali, che racchiudono una serie di raccomandazioni rivolte ai professionisti, volte a fornire supporto decisionale nelle diverse fasi dei processi assistenziali, recentemente è stato elaborato in Iss il manuale metodologico e successivamente è stato avviato un confronto con oltre 400 Società scientifiche per garantire un approccio trasversale, multidisciplinare e multiprofessionale. Uno sforzo finalizzato ad assicurare il più ampio consenso nel panorama scientifico sui documenti di indirizzo prodotti, con il fine ultimo di ridurre anche il rischio di errore diagnostico.
Oltre alle Buone pratiche a valenza clinico-assistenziale, l'Iss sta promuovendo lo sviluppo delle buone pratiche a valenza organizzativa, con l'obiettivo di promuovere gli strumenti per incrementare il grado di accessibilità alle cure e agevolare la presa in carico globale lungo il continuum della malattia. Queste Buone pratiche organizzative sono in fase di elaborazione a cura di un gruppo di lavoro coordinato dall’ISS che vede la partecipazione, fra altri, di esperti del ministero della Salute, di Agenas, delle Regioni e Provincie Autonome, oltre che di Società scientifiche e Associazioni di pazienti e cittadini.
Anche nel campo dell’appropriatezza prescrittiva, le Buone pratiche possono costituire un solido supporto decisionale per i professionisti, con l’obiettivo di indirizzare verso prescrizioni adeguate e congrue a tutti i pazienti, incrementando il grado di sicurezza delle cure per mezzo del contenimento del fenomeno dei ritardi diagnostici e della maggiore tempestività di esecuzione delle prestazioni specialistiche.
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