24 Settembre 2024

Malattie non trasmissibili, in 10 anni 2 milioni di vite salvate con più fondi alla sanità digitale

Bastano 0,24 dollari in più l'anno per paziente. Lo rivela il Rapporto Oms-Itu. Si potrebbero evitare "sette milioni di eventi acuti e ricoveri ospedalieri", riducendo la pressione sui sistemi sanitari di tutto il mondo

Di S.D.A.
Malattie non trasmissibili, in 10 anni 2 milioni di vite salvate con più fondi alla sanità digitale

I progressi nella sanità digitale potrebbero aiutare a salvare, nei prossimi dieci anni, oltre 2 milioni di vite da malattie non trasmissibili. Un risultato che si può centrare con una dote finanziaria pari a ulteriori 0,24 dollari per paziente l'anno da utilizzare in interventi sanitari digitali, come telemedicina, messaggistica mobile e "chatbot" (sofware capaci di simulare una conversazione con utenti umani). Lo accerta il nuovo Rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dell’Itu (Unione internazionale delle telecomunicazioni) che chiarisce inoltre come un tale stanziamento "potrebbe anche evitare circa 7 milioni di eventi acuti e di ricoveri ospedalieri, riducendo significativamente la pressione sui Sistemi sanitari di tutto il mondo".

Il Rapporto "Going digital for noncommunicable diseases: the case for action" (Rivolgersi al digitale per le malattie non trasmissibili: ecco le ragioni per agire) è stato presentato in occasione di un evento ospitato dal governo del Gambia durante la 79esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, in collaborazione con l'Itu e l'Oms. "Il futuro della sanità è digitale. Ma per trasformare questa visione in realtà, abbiamo bisogno sia di risorse che di collaborazione", infatti "nessuna singola Organizzazione può farcela da sola. Chiediamo ai governi, ai partner e ai donatori di unirsi, investire strategicamente e garantire che queste innovazioni salvavita raggiungano coloro che ne hanno più bisogno", è stato l'appello del direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.

"La rivoluzione digitale ha il potenziale di scatenare una rivoluzione sanitaria", ha assicurato il segretario generale dell’Itu Doreen Bogdan-Martin, per il quale una "connettività universale significativa è una priorità", infatti "il digitale è un catalizzatore per raggiungere obiettivi in settori chiave come la sanità e l’istruzione. Chiediamo - ha sollecitato Bogdan-Martin - una maggiore collaborazione tra il settore sanitario e quello tecnologico, compreso lo sviluppo di una forte infrastruttura pubblica digitale, essenziale per la fornitura di servizi sanitari che possano avvantaggiare le persone ovunque, senza lasciare indietro nessuno".

Le malattie non trasmissibili (Ncd), quelle cardiovascolari, il cancro, il diabete e le malattie respiratorie croniche, come ricorda il Rapporto, sono responsabili di oltre il 74% dei decessi globali ogni anno, molti dei quali sono prevenibili. Sebbene siano stati compiuti progressi significativi nella lotta alle malattie non trasmissibili, l’integrazione delle tecnologie sanitarie digitali nei sistemi sanitari tradizionali rimane una sfida. ll Rapporto mostra proprio che esiste un’urgente necessità di sfruttare queste tecnologie anche per mitigare i crescenti oneri sui Sistemi sanitari in tutto il mondo.

 

Sono quattro i principali fattori di rischio legati al nostro ambiente quotidiano - l'uso di tabacco, una dieta malsana, un uso dannoso di alcol e l'inattività fisica – che determinano risposte che aumentano anche il rischio di malattie non trasmissibili: aumento della pressione sanguigna, obesità, aumento della glicemia e aumento del colesterolo. Gli strumenti digitali possono aiutare le persone a comprendere i fattori di rischio suscettibili di modifiche, incoraggiarle a sviluppare abitudini più sane, ma anche a superare gli ostacoli all’accesso all’assistenza sanitaria. Senza contare che dati e strumenti in tempo reale per gli operatori sanitari possono anche essere di supporto nel prendere decisioni informate sui loro pazienti.

E tuttavia, sebbene oltre il 60% dei Paesi abbia sviluppato una strategia sanitaria digitale, spesso manca l’integrazione delle nuove tecnologie nelle infrastrutture esistenti. Di qui l'invito ai Paesi, contenuto nel Rapporto, a "investire nelle infrastrutture pubbliche digitali e a promuovere standard e interoperabilità in grado di superare le barriere critiche per realizzare il pieno potenziale della sanità digitale". La pubblicazione vuole essere un modello d’azione, che integra l’Iniziativa globale dell’Oms sulla salute digitale e la Strategia globale sulla salute digitale 2020-2025.

 

 

 

 

Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram