"L'assistente infermiere? Bene tutte le occasioni di crescita professionale"
L'INTERVISTA. Zullo (FdI): "Ma accanto all'operatore socio sanitario devono crescere anche le figure del medico e dell'infermiere". Di fronte al cambiamento in atto, la priorità deve essere "ragionare sempre più in un'ottica di team"
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"Dobbiamo vedere con favore ogni occasione di percorso formativo che eleva la professionalità, per cui la mia valutazione sull'introduzione della nuova figura è favorevole, ma accanto alla crescita dell'operatore socio sanitario ci deve essere, di pari passo, anche quella dell'infermiere e del medico". Il senatore di Fratelli D'Italia, Ignazio Zullo, riflette sulla novità dell'assistente infermiere, che dovrebbe essere varata a breve nella conferenza Stato-Regioni. Interpellato da Nursind Sanità, il capogruppo di FdI in commissione Affari sociali e Sanità di Palazzo Madama sottolinea che di fronte ai grandi cambiamenti che coinvolgono il settore, come quelli tecnologici, bisogna "ragionare sempre più non sulle singole figure, ma in un'ottica di team".
Il suo giudizio sul nuovo profilo, dunque, è positivo.
Lo valuto positivamente, perché la medicina si va sempre più specializzando, quindi dobbiamo elevare la formazione e la capacità di affrontare le nuove frontiere della salute. E mentre si sviluppano le nuove tecnologie, con le opportunità offerte dalla telemedicina e dall'intelligenza artificiale, ci sarà sempre più bisogno anche di mantenere il rapporto umano con il paziente.
Si riferisce alla funzione dell'operatore socio sanitario?
Sì, ma anche dell'infermiere e del medico, che potranno crescere anch'essi professionalmente. Tutte le figure devono poter affrontare al meglio le difficoltà di oggi, visto anche che abbiamo un problema di carenza di personale.
Una maggiore qualificazione può contribuire anche a rendere più attrattive le professioni sanitarie agli occhi dei giovani?
Questa nuova figura può certamente avere anche una leva motivazionale in questo senso, ma dobbiamo sottolineare alle nuove generazioni la valenza sociale di tutti gli operatori sanitari, perché tutti hanno una utilità sociale.
C'è chi obietta che il sistema avrebbe bisogno di maggiori risorse, anche per retribuire meglio i lavoratori.
Le risorse non sono mai sufficienti, ma non abbiamo il pozzo di San Patrizio, quindi alla richiesta di fondi dobbiamo associare una riorganizzazione del sistema. La popolazione invecchia e richiede un sistema che punti su tanti aspetti: prevenzione, promozione della salute, medicina territoriale, assistenza domiciliare, uso della telemedicina. E infine il ricorso all'ospedale per i casi di alta complessità.
C'è dibattito anche sul nome 'assistente infermiere', lo trova adeguato?
I nomi non ci devono condizionare, quello che conta è che in sanità si deve lavorare in squadra, da solo nessun professionista può prendere in carico la persona, serve un approccio di team.
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